Oggi, 10 dicembre 2020, è la Giornata mondiale dei diritti umani e Arci e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai hanno scelto questa giornata per presentare il progettoNessuno in Strada Circoli rifugio”. «Questo è il giorno – afferma Anna Conti, vice Presidente Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – in cui ricordiamo a noi stessi quello che dovrebbe essere il caposaldo irrinunciabile di ogni nostro pensiero e di ogni nostra azione, il rispetto dei diritti di cui ogni uomo e ogni donna, senza distinzione dovrebbero poter usufruire».

Circoli Rifugio: 16 nuove realtà per accogliere chi vive ai margini

Come spiegato da Valentina Itri, Ufficio Immigrazione e asilo Arci nazionale, questo progetto nasce durante i mesi più bui di questo 2020, ovvero quelli del primo lockdown, durante i quali le situazioni di marginalità si sono accentuate e hanno portato alla luce la sempre maggiore difficoltà per alcuni soggetti di accedere ai servizi di assistenza. «Il progetto – spiega Itri – è partito ufficialmente a settembre e in questi tre mesi abbiamo rafforzato la rete dei circoli che avevano già all’attivo delle esperienze di mutuo soccorso e siamo riusciti a costruire una rete composta da 16 circoli (per la Regione Emilia-Romagna sono presenti il circolo Cantieri Meticci di Bologna e il circolo Accatà di San Giovanni in Persiceto) e che coinvolge 12 Regioni (Veneto, Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Lazio, Basilicata, Campania e Sicilia) e 12 province».

Il progetto Circoli rifugio prevede quindi di offrire ospitalità e accoglienza a tutte le persone che ne hanno bisogno, senza particolari requisiti per potervi accedere. Come racconta poi Filippo Miraglia, Responsabile Immigrazione Arci nazionale, ogni circolo avrà la possibilità di accogliere cinque persone in difficoltà. Sono state inoltre previste due diverse modalità di accoglienza. La prima in famiglia, facendo riferimento ad esempio a case vissute da studenti o a case vissute da persone. La seconda presso appartamenti o locali che prendono in gestione i soci del circolo. Ogni circolo ha un coordinatore o più coordinatori che seguiranno da vicino i percorsi di accoglienza delle persone.

Tutto questo è però da inserire in un contesto più ampio di emergenza sanitaria da Coronavirus che ancora impone particolare attenzione alla sicurezza e alle norme anti-contagio. Proprio per questo, i circoli hanno previsto delle procedure di ingresso in sicurezza delle persone in accoglienza e delle convenzioni e protocolli d’intesa con dei presidi sanitari locali per effettuare i tamponi all’ingresso. L’Arci Nazionale si impegnerà inoltre a distribuire dispositivi di sicurezza come mascherine, gel e guanti.

Per quanto riguarda invece i finanziamenti al progetto, come spiegato da Miraglia, gran parte di essi arrivano dalla collaborazione messa in campo con l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, che, attraverso l’8×1000, contribuirà con una quota di 25mila euro per circolo grazie alla quale verranno coperte alcune delle spese ricolte ai coordinatori delle attività e al vitto e alloggio delle cinque persone accolte. Inoltre, per coprire anche le altre numerose spese, i singoli circoli contribuiranno con risorse proprie e attraverso il lavoro volontario. Sempre Miraglia ha poi affermato come l’intenzione sia anche quella «di allargare la rete dei circoli. Ci piacerebbe che anche singoli cittadini potessero partecipare, chi con l’intenzione di contribuire con la propria casa, o con un sostegno o con generi di prima necessità attraverso i circoli Arci».

«Questo progetto – conclude Irti – nasce in un contesto caratterizzato dall’emergenza sanitaria che ha ostacolato ancora di più l’accesso ad alcuni servizi e all’esercizio di alcuni diritti basilari, primo fra tutti quello alla casa, ad avere un luogo sicuro in cui stare e anche quello alla salute. Vogliamo aiutare a raccontare in modo diverso le persone che vivono nelle nostre strade e le varie sfaccettature di chi vive ai margini della nostra società e della povertà».

Francesca Chiamenti

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