Mirto Bassoli della segreteria dell’Emilia Romagna della Cgil interviene sul tema dei Cie esprimendo sostegno al deputato Pd Khalid Chaouki e sottolineando l’ipocrisia del ministro degli Interni Angelino Alfano, che finge di non sapere quali sono le condizioni all’interno delle strutture. “Quei luoghi vanno chiusi”.
Cie: Mirto Bassoli a muso duro contro Alfano
Dopo il video-scandalo diffuso dal Tg2 sulle condizioni del centro di accoglienza di Lampedusa, l’iniziativa del deputato Pd Khalid Chaouki (che si è barricato nella struttura), la protesta estrema di alcuni migranti del Cie di Roma (che si sono cuciti le labbra), la Cgil dell’Emilia Romagna torna a chiedere la chiusura delle strutture disumane di trattenimento dei migranti e punta il dito contro l’ipocrisia del ministro degli Interni Angelino Alfano.
“Il ministro Alfano – spiega Mirto Bassoli della segreteria regionale del sindacato – ha affermato di voler mandare un’ispezione nelle strutture per verificare le condizioni in cui sono trattenuti i migranti. È una posizione ipocrita, dal momento che il Ministero sa benissimo quali sono le condizioni, molte delle quali sono generate dal Viminale stesso, con le gare d’appalto al massimo ribasso per la gestione delle strutture”.
È quanto, ad esempio, è accaduto per la struttura di via Mattei a Bologna, dove il Consorzio L’Oasi ha avuto grossi problemi a gestire il centro, proprio a causa della gara d’appalto che partiva da una base d’asta di 30 euro giornalieri per “ospite”.
“Noi abbiamo calcolato – spiega Bassoli – che per garantire lo stipendio ai lavoratori e fornire un pasto dignitoso ai migranti trattenuti servivano 54 euro al giorno. Se a questo aggiungiamo servizi contenuti nel capitolato, come la mediazione culturale, l’assistenza psicologica e legale, il prezzo salirebbe di molto”.
Il comunicato della Cgil esprime solidarietà e sostegno all’onorevole Chaouki e chiede che i Cie vengano chiusi, dal momento che ci sono metodi alternativi e più efficaci per identificare ed eventualmente rimpatriare i migranti.
Bassoli ha poca fiducia sul fatto che questo governo e questa maggioranza possano giungere ad un provvedimento di questo tipo, ma le pressioni che arrivano dalla società civile, le vicende emerse dalla stampa, le proteste dei trattenuti potrebbero indurre i decisori politici ad operare scelte in quella direzione.
Secondo il sindacalista, inoltre, la chiusura dei Cie dovrebbe rientrare in una riforma complessiva delle politiche migratorie che passa anche attraverso dell’abolizione della legge Bossi-Fini.