Venerdì presidio dei lavoratori di Oasi, gestore delle strutture di Modena e Bologna, che non ricevono lo stipendio da gennaio. Anche Cisl e Siulp chiedono la chiusura. Il coordinamento migranti: “Posizione ambigua”. Apprezzamento e poche speranze per il nuovo ministro all’Integrazione Cecile Kyenge.

La questione del Centro di Identificazione ed Espulsione di Bologna continua ad essere in subbuglio. Questa volta, però, la causa non è una rivolta dei migranti trattenuti nella struttura, ma la protesta dei lavoratori non pagati da un lato e la richiesta di alcuni sindacati che ne chiedono la chiusura dall’altro.
Venerdì prossimo i lavoratori del consorzio Oasi, l’azienda che ha in appalto le strutture di Modena e Bologna, protesteranno davanti alla Prefettura perché non percepiscono lo stipendio dal mese di gennaio.
Formalmente in cassa integrazione per la ristrutturazione degli stabili di Bologna, i lavoratori lamentano ritardi nei pagamenti che si sono rivelati insopportabili.

Ad allungare la lista di chi chiede la chiusura del Cie di Bologna, nelle ultime ore, ci sono anche Cisl e il sindacato di polizia Siulp, che osservano anche come quelle risorse potrebbero essere investite in progetti per l’integrazione.
Posizioni, quest’ultime, che il Coordinamento Migranti definisce tardive e ambigue. “Non si capisce perché – si domanda Giorgio Grappi – dovrebbero essere chiuse solo le strutture di Bologna e Modena e non quelle di tutta Italia. È come se i sindacati, che ora prendono la parola dopo un lungo silenzio, volessero semplicemente spostare il problema fuori dall’Emilia Romagna”.

A prendere la parola sul tema dei Cie, però, è stata anche la neo-ministra all’Integrazione, Cecile Kyenge, già portavoce del comitato dello sciopero migrante del 1° marzo.
“La sua nomina è un segnale accolto con favore da tanti migranti – spiega Giorgio Grappi – e dimostra che qualcosa sta cambiando e che gli stranieri accettati non sono solo quelli che fanno gol in nazionale”.
Quanto alle speranze sul lavoro della ministra all’interno del governo Letta, il Coordinamento Migranti frena le aspettative: “Ricordiamoci che è un ministero senza portafoglio e la gestione dei Cie spetta al Viminale”.