Sabato prossimo, 6 maggio, a Bologna si terrà la prima della tre manifestazioni indette da Cgil, Cisl, Uil “Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”. Una mobilitazione organizzata unitariamente per ottenere un cambiamento delle politiche economiche, sociali e occupazionali, che proseguirà il 13 maggio a Milano e il 20 maggio a Napoli. Appuntamento alle 9.00 in piazza XX settembre, da dove partirà un corteo che per le 10.30 sarà in piazza Maggiore, dove dal palco si alterneranno gli interventi dei lavoratori, dei pensionati e dei segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pier Paolo Bombardieri.

Dopo il Decreto lavoro, Cgil, Cisl e Uil scendono in piazza il 6 maggio

La manifestazione di sabato, però, arriva dopo il Decreto lavoro licenziato dal Consiglio dei ministri straordinario, tenutosi proprio il Primo Maggio. Un provvedimento che, per la data, il metodo con cui ci si è arrivati e il merito dei contenuti, Michele Bulgarelli, segretario della Cgil di Bologna, ritiene una provocazione.
Il confronto coi sindacati solamente la sera della domenica precedente al Cdm, il testo del decreto ancora non disponibile a ormai tre giorni dall’approvazione, la scelta della premier Giorgia Meloni di non tenere una conferenza stampa, ma di affidare l’annuncio del decreto ad un video, per Bulgarelli rivelano un peggioramento della qualità della democrazia.

È nel merito del Decreto lavoro, però, che i sindacati contestano il governo. Se da un lato il taglio al cuneo fiscale risponde alle richieste dei sindacati, la sua durata limitata rappresenta un motivo di perplessità.
Ma è sulla precarietà che si concentrano le critiche. «Di grave nel Decreto lavoro c’è l’ulteriore smantellamento di un pezzo di Decreto Dignità, cioè la liberalizzazione dei contratti a termine – osserva il segretario della Cgil di Bologna – Il provvedimento va nella direzione opposta al richiamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che due giorni prima del Primo Maggio riconosceva nella precarietà il dramma del nostro Paese».

Anche il tema dei voucher viene bocciato dalla Cgil, dal momento che il turismo si trova a fronteggiare una difficoltà nel reperimento della forza lavoro. «Le imprese dicono che non trovano i lavoratori e poi aumenta la precarietà e dietro la precarietà si nascondono i bassi salari».
La piattaforma che i sindacati confederali porteranno in piazza il 6 maggio, invece, prevede l’aumento dei salari di fronte all’inflazione che erode il potere d’acquisto, una riforma fiscale che tassi la rendita e il profitto, la difesa dei servizi pubblici a partire dalla sanità, il “basta” ai morti sul lavoro e una riforma delle pensioni.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MICHELE BULGARELLI: