Il 10 giugno del 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti venne rapito e ucciso da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini. Il deputato, nato in Polesine il 22 maggio 1885, era stato ritenuto scomodo per via delle sue denunce sulle illegalità commesse dalla neonata dittatura di Benito Mussolini, salito da poco al potere.
Il corpo fu rinvenuto solamente due mesi dopo e non mancarono tentativi di insabbiamento del delitto. Solamente sei mesi più tardi, nel gennaio del 1925, Mussolini si assunse la «responsabilità politica, morale e storica» del clima nel quale l’assassinio si era verificato.

Durante gli interrogatori seguiti ai primi arresti, Albino Volpi, fascista che partecipò all’azione squadristica, riferì la frase pronunciata dallo stesso Matteotti mentre veniva aggredito: «Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai».
A cento anni dal delitto Matteotti, sia la sua terra d’origine, in provincia di Rovigo, sia Bologna ricordano la figura del deputato socialista. A Radio Città Fujiko, inoltre, trasmetteremo uno speciale storico dedicato proprio a Matteotti.

Il ricordo di Matteotti a cento anni dal delitto

A ricordare Giacomo Matteotti, oltre ad alcune celebrazioni nazionali a cui hanno dovuto partecipare (con poca convinzione) anche esponenti del governo, saranno ovviamente anche i luoghi di origine del deputato socialista. Matteotti, infatti, nacque a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo e proprio là si trova la sua casa natale, che fu trasformata in museo nazionale.
Dopo un periodo di chiusura per effettuare un restauro, sabato prossimo, 8 giugno, la Casa Matteotti riaprirà i battenti con un percorso museale completamente riallestito.
A raccontare le novità ai nostri microfoni è il presidente della Casa Museo, Giampaolo Romanato.

ASCOLTA L’INTERVISTA A GIAMPAOLO ROMANATO:

Sempre in Polesine e più precisamente a Palazzo Roncale, a Rovigo, già dallo scorso 5 aprile è stata allestita la mostra “Giacomo Matteotti (1885-1924) – Storia di un uomo libero”.
L’esposizione, che resterà allestita fino al 7 luglio, è stata curata da Stefano Caretti, tra i massimi studiosi di Matteotti e di storia del socialismo, docente di Storia contemporanea all’Università di Siena.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MASSIMO CARETTI:

Anche Bologna ricorda Matteotti

Il volto di Giacomo Matteotti è una gigantografia sulla facciata del liceo Copernico di Bologna, affiancato dalla frase “L’amore alla collettività deve diffondersi tra noi”. L’opera, murales dello street artist Francesco Ferreri, ‘Cherkos’art’ è stata inaugurata martedì scorso dal sindaco Matteo Lepore che ha aperto così il programma di iniziative culturali di Comune, Università e Fondazione Gramsci Emilia-Romagna dedicate al deputato socialista.
Il legame con Bologna di Matteotti non è solamente ideale. Da giovane studente si laureò nel 1907 all’Alma Mater.
Nel centenario esatto del suo assassinio, il 10 giugno, il Comune poserà una targa sulla casa di via Fondazza dove visse nei suoi anni da studente e alla sera un’installazione luminosa sarà accesa nella via a lui intitolata: “Noi siamo per la più intera e assoluta libertà per tutti”.

Anche Radio Città Fujiko ricorderà la figura di Giacomo Matteotti e la sua uccisione. Alla vigilia del centenario, domenica 9 giugno, alle ore 11.00, il format di storia Vanloon presenterà una puntata speciale con le interviste agli storici Toni Senta (che racconterà le reazioni degli antifascisti all’estero al delitto Matteotti) e Enzo Finiani (autore del libro “Un’idea di Matteotti”, Marietti editore).