La Breda Menarinibus sospenderà l’attività produttiva e ricorrerà alla cassa integrazione per 260 dipendenti su 288, dal 2 gennaio al 31 marzo prossimi. L’azienda, che dal 1919 progetta e produce autobus a Bologna, definisce questa misura “necessaria, a causa di una momentanea contrazione delle vendite di autobus”.
Le voci, in realtà, circolavano già da tempo: le commesse sono via via diminuite e nel 2011 si sono registrati oltre 20 milioni di euro di perdite.
“Ad aggravare la situazione – spiega il delegato sindacale Fiom, Lorenzo Magazzino – è il fatto che mancano finanziamenti pubblici al piano dei trasporti regionale e le amministrazioni comunali sono in difficoltà, non riescono a comprare nuovi autobus”.
E se il prodotto è difficile da commercializzare in Italia, non va meglio all’estero, dove i competitors nelle gare d’appalto sono agguerriti.
I lavoratori, però, hanno anche denunciato sprechi e problemi di cattiva gestione nell’acquisto dei componenti. Insomma, “Più si produce, più si perde”, sottolinea Alberto Franchi, dipendente dell’azienda.
In questa situazione, occorre guardare obbligatoriamente all’entrata in campo di qualche partner nella società “ma bisogna salvaguardare i posti di lavoro”. Giuseppe Orsi, ad di Finmeccanica – gruppo statale che rappresenta l’azionista di maggioranza della Breda Menarini- aveva già parlato dell’intenzione di trovare un partner; ora si accelera verso questa direzione.
Entro fine novembre verrà formalizzata la proposta di un gruppo turco (che non era partito col piede giusto: aveva, infatti mostrato l’intenzione di ridurre l’organico a 60 dipendenti).
Ci sono, poi, voci d’interessamento di un imprenditore milanese, ma non c’è stata ancora nessuna ufficializzazione.
Nella conferenza stampa del 12 novembre, il segretario generale della Fiom di Bologna, Bruno Papignani, ha espresso preoccupazione per la volontà di Finmeccanica di vendere la Breda Menarini. “Uscire completamente o non mantenere la quota maggioritaria della società non sarebbe nemmeno un’operazione facile in tempi brevi, dal momento che Breda Menarini ha 7000 autobus in circolazione in tutto il mondo a cui deve garantire la manutenzione”.
In conferenza stampa, si è anche parlato della proposta di sindacato e lavoratori di mettere a disposizione i 150 mila euro del fondo accantonato dai lavoratori stessi, per finanziare uno studio sulla mobilità sostenibile. L’Italia, infatti, ha autobus obsoleti rispetto alla media europea, e rischia di pagare una multa di un miliardo e 700 milioni di euro per il mancato rinnovo e adeguamento dei mezzi. L’ennesimo paradosso, perchè quella cifra potrebbe essere investita per la produzione di un nuovo parco macchine.
Debora Volpi