Riportiamo l’articolo di Matteo Miavaldi pubblicato questa mattina su China Files su alcuni aggiornamenti e precisazioni sul caso dei due Marò.

Questa mattina la Corte suprema indiana ha raggiunto un primo verdetto sul caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
I giudici hanno dichiarato che l’incidente dello scorso febbraio “non è avvenuto in acque territoriali indiane” e quindi lo Stato del Kerala “non ha la giurisdizione” per processare i due soldati italiani.

Ma ha anche respinto il ricorso avanzato dalla difesa italiana, indicando che i due marò non possono godere dell’immunità sovrana, eventualità che avrebbe di fatto accordato automaticamente la giurisdizione all’Italia. Inoltre ha precisato che lo Stato centrale (ovvero il governo federale dell’Unione indiana) può esercitare la propria giurisdizione sul caso.

La Corte ha disposto che i due marò siano trasferiti dal Kerala a Nuova Delhi – dove saranno sotto la tutela dell’ambasciata italiana – e saranno liberi di circolare per tutto il territorio indiano. Il trasferimento dei due marò nella capitale indiana, secondo le ultime notizie, dovrebbe già avvenire entro stasera.

Infine, il nodo più importante, la Corte suprema ha stabilito che il Chief Justice of India (il capo della Corte suprema) assieme al governo centrale indiano appunterà nei prossimi giorni una Corte speciale che dovrà prima di tutto decidere chi avrà la giurisdizione, se l’Italia o l’India, ed eventualmente, nel caso venga affidata all’India, procedere ad istruire il processo che vede accusati i due marò di omicidio.

L’avvocato Harish Salve, che guida la difesa dei due marò, si è detto “molto soddisfatto” della sentenza, che esclude definitivamente lo Stato del Kerala dalla questione legale.

In un comunicato ufficiale di palazzo Chigi, ripreso dall’agenzia di stampa Ansa, si legge:

L’Alta Corte ha riconosciuto che i fatti avvennero in acque internazionali e che la giurisdizione non era della magistratura locale del Kerala. La decisione incoraggia l’ulteriore impegno già assicurato in questi mesi dalla Repubblica italiana. Il Governo prende atto che la valutazione sulla giurisdizione dovrà essere elaborata da un Tribunale speciale, non ancora costituito. Ed è fiducioso che la magistratura e le istituzioni federali indiane opereranno nel pieno rispetto delle leggi internazionali che riconoscono l’esclusiva giurisdizione dello ‘Stato di Bandiera’ sulle navi operanti in acque internazionali. Per il Governo italiano l’obbiettivo resta il rientro in Italia dei nostri due militari“.

Occorre però una precisazione: la Corte suprema non ha detto che i fatti avvennero in acque internazionali, bensì che “non avvennero in acque territoriali indiane“. Che sembra la stessa cosa, ma non lo è, vista la diatriba giuridica circa la “zona contigua” che, lo scorso novembre, avevamo già spiegato in modo esaustivo. E che ora, se volete andarvela a vedere, potete trovare poche righe più sotto.

Matteo Miavaldi

Fonte: China Files