La legge spagnola sulla casa è sbilanciata a favore delle banche. Il tribunale di giustizia europeo dà ragione agli indignados che hanno sollevato il problema degli sfratti.
Uno dei problemi più acuti della crisi spagnola sono gli sfratti. Centinaia di persone hanno perso o rischiano di perdere la casa a causa delle difficoltà economiche e nel paese iberico si è registrata anche una scia di suicidi dovuta agli sfratti.
Il problema è stato al centro di una delle battaglie degli indignados, che hanno ottenuto una prima vittoria.
Si tratta della sentenza del tribunale di giustizia europeo, che afferma che la legge spagnola sul procedimento giudiziario civile è contraria al diritto Ue in quanto non tutela i consumatori dagli abusi delle banche.
“La sentenza fa giurisprudenza – spiega Luca Tancredi Barone, corrispondente del Manifesto da Barcellona – e fornisce ai giudici spagnoli uno strumento per fermare gli sfratti e la restituzione forzosa dell’immobile alla banca creditrice”.
Il tribunale europeo punta il dito contro 5 aspetti della legislazione spagnola. Anzitutto il fatto che il debitore possa chiedere la sospensione dello sfratto solo se la banca ha calcolato male l’entità delle quote; l’impossibilità di intervento dei giudici neppure nel caso il contratto contenga clausole fraudolente; l’impossibilità dei consumatori europei di essere protetti dalla normativa europea; l’abusività degli interessi al 18% e il permesso dato alla banca di eseguire lo sfratto dopo appena una rata non pagata.
Il governo spagnolo, appresa la sentenza, ha detto che ne terrà conto nella formulazione della nuova legge in materia, ma ha escluso che la traccia base fosse la legge di iniziativa popolare presentata in materia dal movimento degli indignados.