Gli interventi previsti nella legge di Bilancio del governo Draghi per fronteggiare il caro-bollette non saranno sufficienti. Oramai è una convinzione unanime, dal momento che i rincari di luce e gas hanno abbondantemente superato il 50% e che gli effetti si registrano tanto per le famiglie quanto per le imprese. In particolare, i 3,8 miliardi di euro stanziati in manovra per attutire il colpo sulle utenze domestiche sembrano poca cosa, dal momento che la platea di potenziali beneficiari è composta da famiglie con un Isee di appena 8264 euro. Analogamente, la stima per i maggiori esborsi delle imprese si aggira sui 37 miliardi e per questo Confindustria ha già esercitato pressing sul governo.

Caro bollette, a Bologna Coalizione Civica chiama in causa il nuovo prefetto

Nel dare il benvenuto al nuovo prefetto di Bologna, Attilio Visconti, che sostituisce Francesca Ferrandino, il gruppo consigliare di Coalizione Civica pone già il tema che gli sottoporrà per interessare il governo: il caro-bollette.
«Riteniamo necessario condividere immediatamente quella che riteniamo essere la principale priorità di cui auspichiamo si faccia portavoce come rappresentante del Governo nel nostro territorio: il caro-vita legato all’aumento vertiginoso del costo delle bollette e non solo», si legge in una nota della lista.

In particolare, secondo Coalizione Civica basta fare una passeggiata in città in questi giorni, soprattutto in orario serale, per rendersi conto che interi settori, dalla ristorazione ai luoghi della cultura, si trovano già nella situazione di non poter sostenere questa situazione. «Nessuna attività deve chiudere – è il monito della forza politica – nessun lavoratore deve rimanere a casa, nessuno deve vedersi staccata l’utenza del gas o dell’elettricità».

Ai nostri microfoni Detjon Begaj, consigliere comunale di Coalizione Civica, sottolinea la direzione intrapresa per una soluzione strutturale del problema energetico, con l’obiettivo di arrivare al 2030 con una città carbon neutral, ma al tempo stesso evidenzia la necessità di agire subito per fronteggiare l’emergenza. «Una soluzione è quella di tassare gli extra-profitti, come deciso in Spagna – osserva Begaj – Sempre in Spagna hanno deciso di ridurre l’Iva al 10% e quella potrebbe essere un’altra soluzione. Ma occorre anche ripristinare i ristori per le attività che stanno chiuse, come e meglio avveniva col governo Conte».

ASCOLTA L’INTERVISTA A DETJON BEGAJ:

«Partire dai più poveri», la posizione di Legambiente sui rincari

Già sul finire del 2021, ad intervenire sul tema del caro-bollette era stata anche Legambiente. L’associazione ambientalista aveva criticato la soluzione individuata dal ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani, di incrementare la produzione di gas per avere maggiore disponibilità di combustibili e ottenere così una riduzione delle bollette.
Sul Domani, inoltre, il vicepresidente nazionale dell’associazione, Edoardo Zanchini, ha firmato un intervento intitolato “Il caro bollette deve essere affrontato partendo dai poveri“.

«Ci troviamo di fronte a un’emergenza e c’era la necessità di dare un segnale con le possibilità che si hanno – osserva Zanchini ai nostri microfoni – Però il problema è più grande e strutturale, quindi c’è bisogno che il governo faccia anche altro e di più ambizioso».
In particolare, il tema della povertà energetica non è una questione solo teorica, ma sempre più famiglie vi stanno scivolando, anche a causa dell’aumento della povertà già registrato nel primo anno della pandemia. La conseguenza potrebbe essere che le persone rinuncino a riscaldarsi o ad accendere la luce perché impossibilitate a pagare.

Per Zanchini la soluzione strutturale passa da due misure, che non sono in contrasto con la transizione energetica: da un lato l’efficientamento energetico degli immobili, che può portare ad una riduzione sostanziosa dei consumi, dall’altro alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che potrebbe compensare il gap energetico rimasto escluso dall’efficientamento.
«Il nostro Paese deve decidere di scommettere qui – conclude il vicepresidente di Legambiente – di creare delle politiche nazionali che accompagnino questi processi laddove sono più urgenti e la deve smettere di perdere tempo parlando di nucleare o di estrazione di gas, che sono solo armi di distrazione».

ASCOLTA L’INTERVISTA A EDOARDO ZANCHINI: