Migliora la situazione all’interno del carcere della Dozza, dove in pochi mesi il numero dei detenuti è calato da 1200 a 700 unità. Mentre l’Anm lancia un allarme sicurezza, l’Associazione Papillon fa sapere che il problema del sovraffolmento non è assolutamento risolto, e invita il Governo ad adottare con urgenza un provvedimento di amnistia e indulto.
Calano i numeri dei detenuti in tutta l’Emilia Romagna, e alla Dozza di Bologna gli ospiti sono scesi da 1200 a 700 in pochi mesi. Sono i primi effetti dei provvedimenti adottati dagli ultimi governi, come il cosiddetto “svuotacarceri”, e della modifica alla legge Fini-Giovanardi sulla droga e la ridefinizione delle pene anche per i definitivi. Tuttavia, come spiega Valerio Guizzardi dell’Associazione Papillon, è ancora presto per dirsi soddisfatti: “rimane il fatto che l’intero circuito rimane gravemente sovraffollato – fa sapere Guizzardi – con lo svuotacarceri la speranza era di avere numeri ben maggiori, gli stessi numeri che il ministro Orlando aveva propagandato al Consiglio Europeo per impedire che venissimo sanzionati”.
I famosi 3 metri quadrati per detenuto, insomma, ancora non ci sarebbero, nonostante le promesse e le rassicurazioni del Ministero della Giustizia: “Invito il ministro a venire alla Dozza a vedere lui stesso. In una cella ci sono 3 detenuti in 12 metri quadrati totali, a cui vanno sottratti lo spazio del bagno, delle brande, di un tavolo”. Il decreto “svuotacarceri”, secondo l’associazione, è dunque troppo poco. Un blando palliativo rispetto alla drammaticità della situazione in cui versano molti istituti penitenziari in Italia. I benefici che esso porta con sé, secondo Guizzardi, sono neutralizzati dal fatto che “devono passare necessariamente per il vaglio della magistratura di sorveglianza, in quel passaggio sta il fallimento di questo decreto”.
Per far fronte alle condizioni di sovraffollamento, allora, “l’unica soluzione è un provvedimento di amnistia e indulto generalizzato – sottolinea Guizzardi – contemporaneamente a questo provvedimento urgente servono le riforme essenziali del codice penale e dell’ordinamento penitenziario. In difetto di questo non avremo niente, se non un continuo sovraffollamento”.
A non esultare per i dati che indicano un decremento della popolazione detenuta alla Dozza è anche l’Anm, per ragioni diametralmente opposte. L’Associazione Nazionale Magistrati ha infatti diffuso un certo allarmismo in merito agli effetti sociali della scarcerazione. Secca la replica di Guizzardi: “È soltanto propaganda di una corporazione che tenta di spaventare la popolazione proponendo misure assurde”.