L’anticipazione è arrivata nei giorni scorsi con l’annuncio dei bus notturni, che rappresentano solo un tassello del mosaico che il Comune di Bologna vuole comporre per mettere mano all’economia della notte.
Oggi a Palazzo D’Accursio il sindaco Matteo Lepore e la vicesindaca Emily Clancy hanno raccontato ai giornalisti come intendono muoversi per affrontare uno dei nodi più ricorrenti e più provinciali della città, cioè il conflitto tra segmenti sociali ed esigenze diverse dal tramonto all’alba. La giunta ha licenziato la delibera “Cabina di regia e piano sull’economia della notte“.

Dai bus notturni al piano sull’economia della notte

Lo scopo del lavoro trasversale della giunta, nelle parole del sindaco, è quello di rendere la notte più sostenibile con maggiore qualità dei servizi, sia per quanto riguarda il lavoro che il divertimento.
«Un piano strutturato, non sperimentale o occasionale – insiste Lepore – per aumentare la reputazione della città e qualificare il lavoro». Il tutto utilizzando diverse leve, da quella culturale a quella commerciale, passando per l’urbanistica, la prevenzione, l’educazione, fino alla questione lavorativa.In questo senso, con le sei linee di bus notturni con frequenza di mezz’ora, che entreranno in funzione tra metà settembre e il primo gennaio, si getta la base per una pianificazione complessiva della notte bolognese.

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Il percorso e il metodo che viene utilizzato, e che porterà agli Stati Generali della Notte a gennaio, viene illustrato dalla vicesindaca. Innanzitutto si è scelto di coinvolgere tutti i portatori di interesse, che vanno dai gestori dei locali ai residenti, ma anche i servizi sociosanitari, quelli educativi, l’università e anche i sindacati.
La Fondazione Innovazione Urbana sta elaborando un questionario diversificato da somministrare ai diversi soggetti, in modo da fare emergere i problemi e le criticità, ma verrà istituita anche una mail a cui si potrà scrivere per segnalazioni e per invitare l’Amministrazione ad una “verifica” notturna della situazione.Il percorso, come detto, si concluderà a gennaio con l’elaborazione vera e propria del piano che avrà lo scopo trovare un equilibrio tra tutte le esigenze emerse.
L’idea è anche quella di mettersi in rete con i network europei dedicati al tema e anche di attrarre risorse da dedicarvi.

Oltre al metodo, Lepore e Clancy hanno accennato anche ad alcune idee di merito. Come l’aumento dei servizi igienici, l’istituzione di punti di prevenzione e informazione sull’uso delle sostanze, un osservatorio sul lavoro notturno – con l’idea di arrivare alla definizione di un “salario minimo notturno – e un albo che possa offrire strumenti di formazione per il personale, ad esempio nella gestione di persone già in stato di alterazione.
Street tutor e insonorizzazione sono misure che non verranno abbandonate, ma l’idea più innovativa è forse quelle che riguarda l’istituzione di un protocollo per la prevenzione e la gestione delle molestie e della violenza, al fine di creare degli spazi sicuri in cui trovare assistenza.

Un’ulteriore leva importante che la giunta vuole utilizzare è quella urbanistica, in modo da distribuire l’offerta e superare il concetto di centro come luogo esclusivo della vita notturna in opposizione alla periferia.
«Vogliamo creare una città concentrica», affermano sia Lepore che Clancy. E a questo scopo la progettazione già volge lo sguardo su luoghi come DumBo e l’area del Ravone, che il Comune sta acquisendo, così come sulla Fiera e il Parco Nord. La convinzione dell’Amministrazione è che la creazione di poli culturali e di divertimento in tutti i quartieri possa agevolare la soluzione dei conflitti che oggi insistono solo in alcune zone.

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