La notizia arriva dalla provincia di Ferrara, a ridosso di quella bolognese. Il giovanissimo sindaco di Cento, Edoardo Accorsi, ha annunciato la volontà di inserire nel regolamento di polizia urbana una norma che prevede di multare i genitori di minori responsabili di atti di bullismo.
In particolare, la misura introduce la possibilità per l’Amministrazione comunale di contestare una sanzione amministrativa da 100 a 300 euro a chi ha la patria potestà dei ragazzini che dovessero tenere in ambito scolastico e fuori atteggiamenti che possono “costituire pregiudizio per la sicurezza urbana e nocumento per la civile convivenza”.

Multa ai genitori dei bulli, la punizione del Comune di Cento

La multa, precisa lo stesso sindaco, verrà revocata qualora «il ragazzo o la ragazza che mette in atto atteggiamenti tali da essere sanzionati dovessero decidere di partecipare a progetti di valorizzazione che facciano riflettere su quanto accaduto e che noi proponiamo», precisa lo stesso sindaco, che aggiunge anche che «il primo approccio resta quello educativo con tantissimi progetti di sensibilizzazione, ma dall’altra parte vogliamo anche dire che noi ci siamo e che cerchiamo di stringere su queste situazioni, utilizzando tutti gli strumenti che sono necessari. Anche di carattere repressivo a livello sanzionatorio e amministrativo».

Per far scattare una multa, secondo il regolamento, basterà la testimonianza di insegnanti, studenti, operatori scolastici e chiunque possa riferire elementi utili. «A raccogliere queste testimonianze veritiere – aggiunge Accorsi – saranno gli agenti della polizia locale o delle forze dell’ordine, a cui spetterà questo compito prima di arrivare a prendere un provvedimento».

Bullismo, lo scetticismo dello psicologo sull’approccio punitivo

«Io vedo un richiamo all’impegno anche dei genitori a una responsabilità come obiettivo, ma vedo il ricorso ad un aspetto sanzionatorio e punitivo come preoccupante». Così Gabriele Raimondi, psicoterapeuta e presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, commenta ai nostri microfoni la decisione del sindaco di Cento.
Ritenendo fondamentale la collaborazione tra la scuola e i genitori, lo psicoterapeuta esprime perplessità su uno strumento che «ricorda più un aspetto sanzionatorio che non collaborativo ed educativo».

La premessa di Raimondi è che una valutazione della misura non può prescindere da tutte quelle messe in campo e dalla strategia più generale. In ogni caso, le multe rischiano di catalizzare su di sè tutte le attenzioni, finendo anche per mettere sullo stesso piano sia i genitori che non hanno responsabilità verso i figli e cercano di fare del loro meglio nella loro educazione con quelli che risultano meno presenti.
«Il rischio è che si vada a focalizzare il rapporto tra la scuola e i genitori solo sull’aspetto punitivo andando a dimenticare tutti gli altri, che invece sono premianti», sottolinea il presidente dell’Ordine degli Psicologi.

Raimondi ha all’attivo anche l’intervento in diverse scuole proprio sul tema del bullismo e prova a sintetizzare quelle che sono le ragioni che spingono i giovani a compiere atti di bullismo. «Ci sono ragioni personali – spiega lo psicoterapeuta – tentativi di riscatto, ci sono motivazioni di ruolo, ci sono modelli appresi legati alle relazioni interpersonali basate sul potere. A volte ci sono anche motivazioni di noia, di ricerca di un’identità o ancora difficoltà a creare un’empatia nei confronti della vittima, come nel caso del cyberbullismo».

Mille ragioni che lo strumento delle multe non sembra adatto a considerare, specie se lo scopo è comprendere il fenomeno e prevenirlo.
«Credo che per la situazioni di disagio sia assolutamente fondamentale un impegno più strategico affinché la scuola diventi un contesto di vita e di lavoro più positivo e collaborativo – sostiene Raimondi – Servirebbe una presenza strutturale di psicologi nelle scuole capace di creare un clima di collaborazione e di comunità di aiuto, di apprendimento e di lavoro». Al contrario, oggi la presenza degli psicologi nelle scuole è molto bassa e inferiore a quelle che sarebbero le vere esigenze.

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