Presentati i dati regionali sulla raccolta dei rifiuti. Per la prima volta in Emilia Romagna la raccolta differenziata supera il 50%. Male Bologna e provincia, che non raggiungono rispettivamente il 35 e 40%.
La buona notizia è che per la prima volta la media di raccolta differenziata sul territorio regionale ha superato il 50.4% del totale dei rifiuti urbani prodotti.
Un risultato importante, registrato nel 2010, che si avvicina alla soglia del 60% stabilita dalla legge.
La brutta notizia, invece, riguarda Bologna e provincia, fanalini di coda in regione. Nella provincia felsinea, infatti, la differenziata non va oltre il 40.7%, in città ancora peggio: non si arriva al 35%.
“I dati ci dicono che in regione ci sono delle eccellenze che vanno molto oltre il 50% di raccolta differenziata – commenta Filippo Bortolini, presidente dei Verdi di Bologna – controbilanciate in negativo dai dati di Bologna e provincia”.
Le ragioni del risultato deludente nella nostra città, secondo il presidente dei Verdi, sono da ricercare nel continuo cambio di modalità di raccolta che negli ultimi anni ha penalizzato la nostra città, non consentendo ai cittadini di abituarsi. “Si è iniziato con l’umido e il secco – spiega Bortolini – mischiando plastica e legno nello stesso cassonetto, poi si è passati, durante l’amministrazione Cofferati, ad un riciclo più puntuale con la divisione di plastica e carta e oggi si sta tentando il porta a porta”.
E proprio sul porta a porta il presidente dei Verdi spinge. Bortolini infatti plaude all’assessore all’Ambiente Patrizia Gabellini, che ha fatto partire la sperimentazione nel quartiere Navile. Secondo l’esponente ecologista entro la primavera prossima saranno disponibili i risultati della sperimentazione e i Verdi contano di vedere un piano generale di raccolta porta a porta entro l’autunno del 2012.
Quanto alle resistenze che Hera in passato ha mostrato verso il sistema porta a porta, che non consente all’azienda di alimentare a sufficienza gli inceneritori, Bortolini è chiaro: “La maggioranza di Hera è in mano agli Enti Pubblici, devono essere loro a dettare la linea”.
Infine il presidente dei Verdi ragiona anche in termini sociali ed economici: “Gli inceneritori producono diossina che genera tumori. La raccolta porta a porta, invece, consente a nuove aziende che si occupano di riciclo di insediarsi sul territorio e creare tanti nuovi posti di lavoro”.