Dalle scuole di Bologna mancano all’appello “decine di studenti” che non possono raggiungere i propri istituti perché sprovvisti del Green Pass rafforzato necessario per salire sui mezzi del trasporto pubblico locale. Il tema è emerso ieri durante una Commissione consigliare a Palazzo D’Accursio.
Dalle parole dell’assessore comunale alla Scuola, Daniele Ara, emerge che non c’è un conto preciso di quanti studenti riscontrino il problema, ma il rischio è che vadano ad ingrossare le fila della dispersione scolastica.
Senza Green Pass non possono salire sui bus: decine di studenti non vanno a scuola
«Non sono grandi numeri, ma ci dobbiamo prendere cura anche di loro – ha detto Ara in Commissione – Parliamo di una fascia molto piccola di studenti senza Green Pass e bisogna valutare se hanno provocato un aumento del fenomeno della dispersione scolastica. I Quartieri stanno sondando scuola per scuola, ma non abbiamo ancora un dato completo: è un numero difficile da ottenere perché si mischia con altre problematiche in questo momento». In particolare, tra assenze per contagio, quarantene e contatti stretti con positivi, sono molti i banchi vuoti negli istituti scolastici, quindi non è facile capire quanti siano gli studenti che mancano perché esclusi da bus e treni.
In Commissione è intervenuto anche Giuseppe Panzardi, direttore dell’Ufficio scolastico di Bologna, le cui dichiarazioni suonano come un’alzata di spalle. «Sui mezzi pubblici non viaggiano solo gli studenti – ha sottolineato Panzardi – e una misura diversa avrebbe comportato un problema di discriminazione e di efficacia. Non si capisce che senso avrebbe avere un luogo in cui qualcuno può entrare senza protezione e altri no».
Resta il fatto che, al pari della salute, anche l’istruzione è un diritto costituzionalmente sancito.
«Adesso è stata fatta una parziale marcia indietro – osserva ai nostri microfoni Alessandro Palmi, sindacalista dei Cobas Scuola – Ora agli studenti è concesso di usufruire di trasporti dedicati, in sostanza gli scuolabus, però esistono solo in alcuni Comuni e per gli studenti più piccoli, quelli di elementari e medie. In città, a parte una scuola tutte le altre non hanno il trasporto dedicato e tutti gli studenti sprovvisti di Green Pass rafforzato non possono salire».
Per il sindacalista si tratta di una discriminazione forte perché chi non ha altri mezzi per andare a scuola deve restare a casa.
Palmi mette in dubbio anche l’efficacia del Green Pass nella prevenzione della pandemia. «Queste misure spesso sono di natura disciplinare e, a detta anche degli esperti dello stesso Cts, non hanno un’efficacia reale nei confronti del controllo e del contenimento dei contagi. Hanno l’effetto di spingere la vaccinazione, che è un’altra cosa».
Pur ritenendo importante e imprescindibile la vaccinazione, il sindacalista ricorda che non si tratta dell’unico strumento per contrastare la pandemia. E che in questi due anni la scuola è stata sacrificata più volte, senza reali investimenti, perché ritenuta fuori dal circuito economico.
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALESSANDRO PALMI:
I numeri dei contagi a scuola nel territorio bolognese
Sempre ieri e sempre in Commissione a Palazzo D’Accursio sono stati forniti i dati sui contagi nelle scuole bolognesi a sei mesi dall’inizio dell’anno scolastico in corso.
In particolare nel nostro territorio i contagi tra gli studenti sono il 350% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno scolastico, il 2020-2021, quando però in autunno scattò la zona arancione. Allo stesso tempo, però, i ragazzi tra i 12 e i 19 anni sotto le Due torri sono vicini alla soglia del 90% di copertura vaccinale, meglio dei loro ‘fratelli’ maggiori (20-30enni) e dei loro genitori (40-50enni).
A fare il punto sono stati il direttore sanitario dell’Ausl di Bologna, Lorenzo Roti, e il direttore del Dipartimento di sanità pubblica, Paolo Pandolfi. Nel complesso, a Bologna «siamo oltre il 92% di copertura sulla popolazione generale – ha sottolineato Pandolfi – e questo è anche un modo per incentivare gli indecisi». Per quanto riguarda i più piccoli, spiega il direttore, «dopo un mese di campagna un quarto dei 5-11enni è vaccinato con la prima dose e il 5% ha già anche la seconda». Per i 12-19enni invece la copertura è all’88,1% con un’adesione minore in Appennino e maggiore nel distretto Lavino-Samoggia. Il 20% di questi ragazzi ha già anche la terza dose.