Bologna Children’s Book Fair, la Fiera del Libro per ragazzi in programma a Bologna dal 21 al 24 marzo, ci tiene a non essere travolta dalle polemiche scoppiate ieri dopo il tentativo di censura del corso di Paolo Nori su Fëdor Dostoevskij all’Università Bicocca di Milano. E nemmeno di essere affiancata alle altre iniziative oscurantiste nei confronti della cultura e dello sport russi.
Per questo, nel presentare la prima edizione in presenza dopo due anni di Covid, gli organizzatori hanno precisato che il boicottaggio sarà rivolto solamente alle istituzioni statali russe, mentre autori, case editrici e illustratori indipendenti sono i benvenuti.
Il boicottaggio di Bologna Children’s Book Fair solo per le istituzioni statali russe
A chiarire subito la posizione della Bologna Children’s Book Fair, in conferenza stampa quest’oggi a Milano, è Marco Momoli, direttore BU Cultura di BolognaFiere. «Noi l’altro giorno abbiamo dato una comunicazione ufficiale – ricostruisce Momoli – una comunicazione che è stata seguita e anticipata da altre fiere internazionali del libro. Abbiamo deciso di non collaborare per questa edizione della manifestazione con istituzioni statali russe».
Alla base della decisione c’è la necessità di dare un segnale di partecipazione e vicinanza e per dire che «secondo noi questa situazione non doveva esserci ed è completamente sbagliata».
Ma qui arriva la precisazione di Momoli: «Questo segnale non vuol dire che un editore russo indipendente, un autore o un illustratore russo non potrà partecipare alla manifestazione. Al contrario: noi siamo ben felici di accogliere gli stand degli editori russi indipendenti. La decisione che è stata presa riguarda solo ed esclusivamente le collaborazioni con le istituzioni statali russe».
A questo, il direttore aggiunge una considerazione circa il ruolo della fiera come ponte tra culture e persone che si devono parlare, ma nel reciproco rispetto.
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