Kinodromo questa settimana ci offre l’occasione di vedere su grande schermo, in widescreen e technicolor, un classico dello sci-fi anni ’50, un film di cui tutti avete sentito parlare e che ora avrete finalmente l’occasione di vedere o ri-vedere in lingua originale con sottotitoli.
Quando Blob – Fluido Mortale (The Blob) esce in sala, nessuno si aspetta la nascita di un cult. Sembra che Steve McQueen ( che a questo punto della sua carriera ancora si fa chiamare Steven McQueen), ventottenne nei panni di un teenager qui alla sua prima prova da attore, preferì essere pagato con un compenso immediato di $3000 piuttosto che avere una cifra di poco inferiore ma con una percentuale sugli incassi del film. Mai si sarebbe aspettato un successo simile, e non era il solo a pensarla così. E invece…
La trovata iniziale viene a Irving Millgate, docente di lettere della Northwestern University: un film su una forma di vita aliena, informe e viscosa, che divora la carne umana attraverso il contatto. Non puoi bruciarla, non puoi ridurla con l’acido, non puoi spararle. Il titolo prescelto: The Molten Meteor. Millgate comunica subito la propria idea al distributore (desideroso di diventare produttore) Jack Harris di Philadelphia che, a sua volta, coinvolge la Valley Forge Films, casa di produzione indipendente specializzata in film con messaggi sociali e religiosi, e il suo direttore-regista Irvin S. Yeaworth. Per la stesura della sceneggiatura viene coinvolta l’attrice e scrittrice Kay Linaker (Kate Phillips). Leggenda vuole che sia stata proprio lei a soprannominare, quasi casualmente, la sostanza aliena “the blob”, suggerendo così quello che sarebbe stato il calzante titolo definitivo. Un’altra versione dei fatti narra invece di differenti titoli che sarebbero stati assegnati al film nel corso della lavorazione: The Night of the Creeping Dead poi cambiato in The Glob That Girdled the Globe poi diventato The Glob. Quest’ultimo sembrava essere perfetto ma qualcuno scoprì l’esistenza di un libro per bambini con lo stesso titolo. Fu allora che Harris, facendo qualche tentativo per trovare un nuovo nome, provò a cambiare una sola lettera dell’alfabeto: “The Alob” non funzionava bene, ma The Blob…
Poco importa come sia veramente andata la storia, sta di fatto che l’efficacia del nome ha contribuito a consolidarne la figura nell’immaginario di tutti noi attraverso gli anni e le generazioni.