Il 3 dicembre ricorre il trentesimo anniversario del disastro di Bhopal, che costò la vita a 22mila persone e lasciò danni permamenti a oltre mezzo milione. Trent’anni segnati dall’assenza di giustizia e risarcimenti. Per ricordare quella tragedia e le tante altre vittime di violazioni dei diritti umani Amnesty International si attiva con la campagna “Write for rights”.

Bhopal 30 anni dopo: Nessuno ha pagato

Nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, la fuoriuscita di gas tossici da una fabbrica statunitense della Union Carbide, nella città indiana di Bhopal, provocò oltre 22.000 morti e 33.000 feriti gravi. Le persone che hanno riportato danni gravi o permanenti sono oltre mezzo milione. I trent’anni passati da allora ci ricordano che quella tragedia non è ancora finita: tutta l’area circostante il complesso industriale è ancora inquinata a causa della mancata bonifica e, soprattutto, non si è mai fatta giustizia per quelle vittime.

La Union Carbide ha sempre rifiutato di rispondere alle accuse di omicidio colposo per la fuoriuscita dei gas tossici dal suo impianto di Bhopal: “Tanto la Union Carbide che gestiva l’impianto nell’84 quanto l’azienda che ne è ora proprietaria, la Dow Chemical, hanno sempre rifiutato di comparire davanti ai giudici indiani per rispondere delle accuse di omicidio – ricorda Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International – Un atteggiamento sprezzante delle aziende responsabili e degli stessi Stati Uniti. In questi 30 anni ha prevalso l’arroganza delle imprese piuttosto che l’esigenza di giustizia”.

La ricorrenza del trentesimo anniversario del disastro di Bhopal coincide con l’avvio della campagna di Amnesty International “Write for rights”, iniziativa nata nel 2001 con l’obiettivo di mobilitare gli attivisti per raccogliere quante più firme possibili in favore delle vittime di violazioni dei diritti umani. La maratona di appelli quest’anno durerà fino al 21 dicembre e si occuperà di 12 casi individuali e collettivi di violazione dei diritti umani in Venezuela, Usa, Emirati Arabi Uniti, Sudafrica, Norvegia, Arabia Saudita, Filippine, Nigeria, India, Cina, Uzbekistan e Grecia.

Amnesty darà vita a un tour dei diritti umani, con il quale porterà in giro per l’Italia due ospiti internazionali, e che farà tappa anche a Bologna: Ihar Tsikhanyuk, attivista bielorusso per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (a Bologna l’8 dicembre) e Sanjay Verma, sopravvissuto e attivista di Bhopal (a Bologna il 13 dicembre). Infine, per ricordare l’anniversario di Bhopal, dal 2 al 5 dicembre a Roma, in piazza della Repubblica, è possibile visitare l’installazione “Bhopal, a silent picture”, realizzata dall’artista indiano Samar Singh Jodha e curata da Riccardo Agostini.