In una lunga intervista ai nostri microfoni, Eric Jozsef, analizza similitudini e differenze tra Francia e Italia, passando da Berlusconi a Renzi, da Grillo a Marine Le Pen.
Berlusconi, Le Pen ma non solo: intervista ad Eric Joszef
E’ difficile per Jozsef, corrispondente del quotidiano francese Liberation, spiegare l’Italia ai Francesi, sopratutto perchè bisogna andare oltre i luoghi comuni anche se “in effetti, abbiamo avuto per vent’anni un protagonista della vita politica che ha rivendicato i luoghi comuni sull’Italia” dice il giornalista. “L’Italia -sostiene- è un laboratorio: quello che succede in Italia anticipa le tendenze in tutta Europa”.
Per Jozsef esiste un parallelismo tra le due figure politiche emergenti a sinistra nei due paesi, il socialista Manuel Valls ed il nostro Matteo Renzi. “Entrambi -spiega- incarnano la volontà di cambiare un modo di fare politica che non risponde più ai bisogni dei cittadini. D’altra parte, però, non sappiamo se le loro proposte rispondano veramente a questi bisogni. Il vero elemento è capire se c’è un vero cambiamento della politica. Se non si cambia, il rischio è che questa pseudomodernità la prenda la destra, come abbiamo visto con Berlusconi, che ha rivendicato il cambiamento. La sinistra deve reinventarsi e portare avanti la battaglia della modernità e dell’uguaglianza dei diritti universali, e non andare a rimorchio delle proposte della destra”
Quanto alla differenza tra i politici francesi, che abbandonano la scena appena accusati di aver commesso reati, e l’ex-premier Berlusconi, che attende il voto sulla decadenza, il corrispondente francese è netto: “In Francia, probabilmente, le istituzioni sono più forti, mentre il fenomeno Berlusconi nasce in un periodo nel quale, il terremoto politico generato da Mani Pulite, ha fatto saltare tutti i contropoteri e Berlusconi ha potuto andare avanti, rifiutando, appunto, i contropoteri. La magistratura ha sancito la fine di Berlusconi, ma lui è politicamente finito dal 2006, e questo non si è voluto comprenderlo. I suoi elettori hanno capito che la sua promessa di rivoluzione liberale era un bluff, tuttavia, il leader del centrodestra, ha continuato a vincere grazie all’incapacità dei suoi avversari di proporre un’alternativa adeguata. La sua offerta politica non funziona più. Già dal 2004 si era capito che Berlusconi non sarebbe stato l’uomo del cambiamento, ma l’uomo che avrebbe accompagnato il declino del paese.”
Parlando, poi, del fenomeno delle destre in Europa, Jozsef ritiene che sia “molto pericoloso. Abbiamo pensato che le democrazie europee fossero ormai forti, e ci siamo regalati il brivido di votare estrema destra per contestare i governi. Il problema è che questo grido si è radicato ed è cresciuto. Se i governi -afferma- non sono capaci di dare risposte radicali, di far sognare un nuovo futuro collettivo, questo problema crescerà.”
Ma Eric Jozsef, ne ha anche per Grillo ed il suo movimento che, in Francia, “è stato percepito con interesse, perchè sembrava un risveglio, ma fa anche paura perchè dietro il Vaffanculo spesso le risposte sono sbrigative, riduttive, schematiche e rispondono ad una logica che è quella del capro espriatorio, cioè quella per la quale la colpa è degli altri. Non dico -conclude Jozsef- che Grillo sia assimilabile ad Alba Dorata o Marine Le Pen, ma utilizza alcuni elementi che rientrano nella logica del capro espiatorio, che è quella che vediamo nei partiti di destra radicale.”