“Vescica loca”. Con la consueta irriverenza i Beer Brodaz irridono le hit latine di ogni estate abbandonando (per il momento) le sonorità del punk demenziale che li ha contraddistinti. Ascolta l’intervista.
“Roma. 2003. Per necessità emotiva di musicare il cazzeggio, nascono i Beer Brodaz. Interpretando erroneamente il punk come ‘dottrina del pressapochismo’, si suona senza meta e senza cognizione di causa, per fare rime sconce e riderci. Scrollarsi di dosso le cose serie a suon di rime baciate. Live senza regole, senza senso, anche senza pubblico non importa”.
Già dalle prime rime della biografia presente sul loro sito, si intuisce la cifra stilistica dei Beer Brodaz, la band romana a cavallo tra il punk e lo ska, rigorosamente demenziali.
Anche se lo spirito è quello che puzza di adolescenza (qui qualcuno potrà cogliere la citazione), la band ha già all’attivo sette album ed una vita artistica di 15 anni. Quindi non di primissimo pelo.
Nonostante ciò la voglia di divertirsi e fare casino, sempre in compagnia delle fedeli birrette, non è scemata.
È per questo che da poco è uscito il loro ultimo singolo “Vescica loca” che, abbandonando le tradizionali sonorità fatte di powerchord, si avventura nella parodia delle hit latinoamericane dell’estate, irridendole con uno stile a metà tra “Despacito” e Carlos Santana.
I Beer Brodaz sono intervenuti ai nostri microfoni e questo è quello che ne è uscito: