Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un odg, a primo firmatario Detjon Begaj, capogruppo di Coalizione Civica, per chiedere al governo di ripristinare i fondi per il sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole, azzerati nella legge di Bilancio. Oltre a ciò, l’odg chiede che, a fronte della crescente emergenza abitativa, venga previsto uno stanziamento pluriennale destinato ai Comuni e agli enti gestori di edilizia pubblica per l’acquisto di ulteriori unità immobiliari vuote e il recupero di case popolari inutilizzate per mancanza di manutenzioni straordinarie.

L’odg del Consiglio comunale di Bologna su affitto e morosità incolpevole

Tutto nasce da una richiesta di Cgil, Cisl e Uil e i rispettivi sindacati degli inquilini (Sunia, Sicet, Uniat), insieme ad Asppi, rivolta a tutti i capogruppo del Consiglio Comunale di Bologna per discutere e votare un ordine del giorno che chieda il ripristino del fondo sostegno all’affitto e del fondo per la morosità incolpevole, recentemete cancellati dalla finanziaria del governo Meloni.
Nello specifico, «l’ordine del giorno impegna i sandaci, quindi anche il sindaco di Bologna, a muoversi attraverso l’Anci ed esercitare pressioni sul governo affinché questi fondi vengano ripristinati». spiega ai nostri microfoni Begaj. Il documento è passato con 22 voti del centrosinistra e 11 non votanti tra Fdi, Lega, Bologna ci piace e Fi.

Tagliare il fondo di sostegno all’affitto, il fondo per la morosità incolpevole e il reddito di cittadinzanza, che per molti rappresenta l’unico modo per pagare l’affitto, sono le componenti di quello che, secondo Coalizione Civica, è un vero e proprio attacco frontale alla povertà da parte del governo.
Inoltre, con il carovita, cresce il rischio di non pagare l’affitto aumenti, in un contesto nel quale il 90% di sfratti viene eseguito proprio a causa della morosità incolpevole.

A Bologna sono aumentate le richieste per il sostegno all’affitto e il Comune non ha le risorse per venire incontro alle richieste dei cittadini senza l’aiuto dei fondi nazionali. Inoltre, evidenzia Begaj, «negli ultimi cinque anni sono diminuiti di 5mila unità i canoni concordati e, negli stessi anni, gli alloggi passati sulle piattaforme degli affitti turistici sono passati da meno di mille a più di 4mila».
La giunta, in particolare la vicesindaca con delega alla Casa Emily Clancy e il sindaco Matteo Lepore, hanno già annunciato la presentazione di un “piano casa” per la fine di marzo, ma le leve a disposizione dell’Amministrazione comunale sono limitate.

«Il governo sta lasciando da soli i comuni ad alta densità abitativa come Bologna che stanno anche vivendo il problema dell’esplosione delle locazioni brevi turistiche senza avere gli strumenti legislativi adeguati per regolamentare questo mercato e contrastrare questo fenomeno», sottolinea Begaj.
La mobilitazione dei Comuni, del resto, non riguarda solo Bologna, ma il taglio dei fondi incide in tutta Italia, anche in città amministrate dalla destra.

«In un contesto in cui è aperta la discussione sull’autonomia differenziata, quindi sul ruolo delle Regioni come piccoli Stati, con il rischio di creare disuguaglianze – conclude Begaj – bisognerebbe affermare una discussione sul ruolo dei Comuni come luogo di riduzione delle disuguaglianze. Non capisco perché i fondi per le politiche dell’abitare passino per le Regioni, quando riguardano i Comuni, che hanno tutti situazioni abitative molto diverse».

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