Bologna, Bravo Caffè, ore 21:45 Francesco Bearzatti Tinissima Quartet “Zorro” Francesco Bearzatti, sax tenore, clarinetto; Giovanni Falzone, tromba; Danilo Gallo, basso elettrico; Zeno De Rossi, batteria – PREMIO MASSIMO MUTTI JOËLLE LÉANDRE SOLO CONCERT Joëlle Léandre, contrabbasso SAGGIO IN FORMA DI CONCERTO DEGLI ALLIEVI DEL WORKSHOP
Joëlle Léandre, contrabbasso e direzione Allievi del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna

Francesco Bearzatti – da rockettaro vero a musicista jazz: Led zeppelin, Deep Purple, poi è arrivato il punk, Ramones, Sex Pistols e tutti gli altri. Diplomato in clarinetto al Conservatorio di Udine, Francesco approfondisce gli studi alla Jazz Mobile di New York con George Coleman. Per molti anni si dedica alla musica rock e pop, per diverso tempo si esibisce nelle discoteche locali anche nelle vesti di dj e incide alcuni progetti di musica elettronica che segnano profondamente la sua corsa musicale: “ho suonato molta musica pop specie quando ero molto giovane. Ho suonato per cinque anni in discoteca, più o meno tutte le sere, lavorando con vari dj , e mi è capitato di registrare anche molta musica elettronica.
Questo tipo di situazioni rappresenta un’influenza ancora oggi molto evidente: fa parte del mio background e quando penso ai miei progetti, mi viene naturale andare a pescare anche nel mio passato extra-jazzistico”. Tra le prime e più importanti esperienze formative è certamente il disco “live at vartan” – e conseguente tournée negli stati uniti – a nome del trombettista russo Valery Ponomarev nel quale si ritrova a suonare con il batterista Ben Riley, storico partner di Thelonious Monk. Forma nel 1994 il Kaiser Lupowitz trio, formazione legata al periodo veronese e composta da Enrico Terragnoli alla chitarra e Zeno De Rossi alla batteria, che prende il nome da un investigatore privatore, personaggio inventato da Woody Allen per una short story, cui viene dato l’incarico di trovare Dio. Di chiara ispirazione newyorkese, specie per quell’avanguardia che si stava consumando all’interno della Knitting Factory, il trio si contraddistingue per una profonda spinta folk, con mescolamenti vari con il klezmer e la musica indiana. Insieme registrano un paio di dischi: “Dommage” gode anche della partecipazione di Kurt Rosenwinkel alla chitarra; “you don’t!”, inciso al systems two studio di Brooklyn, vede affacciarsi Josh Roseman al trombone. Il primo disco da leader è intitolato “Suspended Steps”, inciso per la Caligola Records in quartetto con Paolo Birro al pianoforte, Marc Abrams al contrabbasso e Max Chiarella alla batteria. Il disco, pubblicato nel ’98 e formato da repertorio quasi totalmente originale, gode di un buon consenso di pubblico e della critica specializzata (in particolare sul magazine francese jazzman). Tuttavia il periodo seguente, gli anni trascorsi in Francia, a Parigi, segnano per Francesco l’apice della sua corsa artistica. Stringe un’ottima amicizia con aldo romano e partecipa alle registrazioni di “Because of Bechet”. Proprio in quell’occasione incontra Emmanuel Bex, virtuoso suonatore di organo. I tre formano il Bizart Trio capeggiato da francesco e registrano “Virus” per l’Auand Records di marco valente (2002) e replicano due anni più tardi con “Hope” nel quale compare anche Enrico Rava. Nel 2003 viene votato miglior nuovo talento al top jazz indetto dalla rivista specializzata musica jazz.
Tra le molte collaborazioni, sicuramente di rilievo è quella con Giovanni Mazzarino. Francesco prende parte a diverse incisioni sia del quartetto che del quintetto del pianista siciliano, da “plays ballads” del 1999 a “live allo spasimo” del 2003,suona con T. Harrell, R. Brecker e molti altri. Prende parte al nuovo disco di Gianluca Petrella “indigo 4” per la Blue Note ed è tra i protagonisti del quintetto di Stefano Battaglia con il quale ha già inciso un disco-tributo a Pier Paolo Pasolini. Sempre per Auand Records incide con i Sax Pistols “Stolen Days” (formazione nella quale lo affiancano Stomu Takeishi al basso elettrico e Dan Weiss alla batteria. Dopo aver partecipato al secondo disco dell’indigo 4, nel febbraio del 2008 viene pubblicato dalla parco della musica records il disco “tinissima”, lavoro interamente dedicato alla figura di tina modotti e concepito con la tromba di Giovanni Falzone e la ritmica formata da Danilo Gallo e Zeno De Rossi, questo è considerato uno dei lavori più interassanti del 2008.
Vince nell’ambito del referendum top jazz 2009, indetto dalla rivista musica jazz, il premio come “strumentista dell’anno sezione ance“. Miglior musicista europeo 2011 accademie jazz francaise. Nel 2010 “x (suite for malcolm)“ viene premiato come “miglior disco dell’anno“ nel top jazz 2010 e come miglior album in italia da jazzitaward. Miglior ancia 2011 referendum musica jazz e miglior sax tenore jazz it awards. In Francia collabora con Luis Sclavis, J.Pierre Como ed entra a far parte del 5tetto di Henri Texier con il quale incide Canto Negro. Nel 2011 esce per CAM Jazz il disco Monknroll che in Francia avrà un enorme successo e portera il 4tetto in tour mondiale. Esce 4 anni dopo “ This Machine Kills Facists”, omaggio a Woody Ghutrie e nell’ Ottobre 2020 esce per CamJazz l’album “Zorro”: nel centenario della creazione di Zorro, il sassofonista Francesco Bearzatti e il suo tinissima Quartet presentano l’ultimo contributo al vasto e spettacolare panorama jazz. Zorro è una favolosa Suite in cui trovano posto grandi temi di respiro cinematografico, interludi romantici, ampi paesaggi e inseguimenti movimentati.

PREMIO MASSIMO MUTTI – Per il nono anno consecutivo, contestualmente all’attività del Bologna Jazz Festival, l’Associazione Culturale Bologna in Musica, con il contributo della Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, realizza il progetto didattico dedicato al ricordo di Massimo Mutti. A partire da domenica 31 ottobre e fino a giovedì 4 novembre, presso il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, avrà luogo il workshop di tecniche d’improvvisazione riservato agli allievi del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna. Il workshop si concluderà con il saggio finale in forma di concerto la sera di giovedì 4 novembre, sempre presso il Museo internazionale e biblioteca della musica. La serata prevede: JOËLLE LÉANDRE SOLO CONCERT Joëlle Léandre, contrabbasso SAGGIO IN FORMA DI CONCERTO DEGLI ALLIEVI DEL WORKSHOP Joëlle Léandre, contrabbasso e direzione Allievi del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale “L. Dalla” di Bologna In conclusione la consegna del Premio Massimo Mutti L’evento è ingresso gratuito tramite prenotazione a questo sito Per l’accesso è necessario esibire il proprio Green Pass. Giovedì 4 novembre, ore 21:00
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, Bologna

Joëlle Léandre

I Miti del Jazz

Roy Eldridge – soprannominato “Little Jazz”, è stato un trombettista jazz americano. Il suo uso sofisticato dell’armonia, incluso l’uso di sostituzioni di tritoni, i suoi assoli virtuosistici che mostrano un allontanamento dallo stile dominante dell’innovatore della tromba jazz Louis Armstrong, e il suo forte impatto su Dizzy Gillespie lo segnano come uno dei musicisti più influenti dell’era swing e un precursore del bebop. Eldridge ha guidato e suonato in un certo numero di band durante i suoi primi anni, spostandosi ampiamente in tutto il Midwest americano. Assorbì l’influenza dei sassofonisti Benny Carter e Coleman Hawkins, ponendosi il compito di imparare l’assolo di Hawkins del 1926 su “The Stampede” (di Fletcher Henderson’s Orchestra) nello sviluppo di uno stile di tromba equivalente. All’età di 20 anni, Eldridge guidò una band a Pittsburgh, annunciata come “Roy Elliott and his Palais Royal Orchestra”, l’agente cambiò intenzionalmente il nome di Eldridge perché “lo riteneva più di classe”. Roy lasciò questa posizione. per provare per l’orchestra di Horace Henderson, fratello minore del famoso bandleader di New York City Fletcher Henderson, e si unì all’ensemble, generalmente indicato come The Fletcher Henderson Stompers, sotto la direzione di Horace Henderson Eldridge suonò poi con un certo numero di altre band del territorio, rimanendo per un breve periodo a Detroit prima di unirsi alla band di Speed ​​Webb che, dopo aver ottenuto una certa pubblicità cinematografica, iniziò un tour del Midwest. Molti dei membri della banda di Webb, infastiditi dalla mancanza di dedizione del leader, se ne andarono per formare un gruppo praticamente identico con Eldridge come capobanda. L’ensemble ebbe vita breve e Eldridge si trasferì presto a Milwaukee, dove prese parte a una celebre gara di taglio con il trombettista Cladys “Jabbo” Smith, con il quale in seguito divenne buon amico. Eldridge si trasferì a New York nel novembre 1930, suonando in vari gruppi nei primi anni ’30, tra cui un certo numero di gruppi di ballo di Harlem con Cecil Scott, Elmer Snowden, Charlie Johnson e Teddy Hill. Fu durante questo periodo che Eldridge ricevette il soprannome, “Little Jazz”, dal sassofonista di Ellington Otto Hardwick, che era divertito dall’incongruenza tra il modo rauco di Eldridge e la sua bassa statura. A quel tempo, Eldridge stava anche realizzando dischi e trasmissioni radiofoniche con il proprio nome. Ha registrato i suoi primi assoli registrati con Teddy Hill nel 1935, che hanno guadagnato popolarità quasi immediata. Per un breve periodo diresse anche la sua band al famoso nightclub Famous Door. Eldridge registrò una serie di piccoli gruppi con la cantante Billie Holiday nel luglio 1935, tra cui “What a Little Moonlight Can Do” e “Miss Brown to You”, utilizzando uno stile di improvvisazione influenzato dal Dixieland.[23] Nell’ottobre 1935, Eldridge si unì all’orchestra di Fletcher Henderson, suonando la tromba solista e occasionalmente cantando. Fino a quando non lasciò il gruppo all’inizio di settembre del 1936, Eldridge era il solista di spicco di Henderson, il suo talento evidenziato da brani come “Christopher Columbus” e “Blue Lou”. Il suo potere ritmico di far oscillare una band era un marchio dinamico del jazz del tempo. È stato detto che “dalla metà degli anni Trenta in poi, aveva sostituito Louis Armstrong come esemplare del moderno ‘caldo’ suonare la tromba”. Nell’autunno del 1936, Eldridge si trasferì a Chicago per formare un ottetto con il fratello maggiore Joe Eldridge che suonava il sassofono e si arrangiava. L’ensemble vantava trasmissioni notturne e registrava i suoi lunghi assoli, tra cui “After You’ve Gone” e “Wabash Stomp”. Eldridge, stufo del razzismo che aveva incontrato nell’industria musicale, smise di suonare nel 1938. studiare ingegneria radiofonica. Tornò a suonare nel 1939, quando formò una band di dieci elementi che ottenne una residenza all’Arcadia Ballroom di New York. Nell’aprile del 1941, dopo aver ricevuto molte offerte da band swing bianche, Eldridge si unì all’orchestra di Gene Krupa, e si esibì con successo con la cantante esordiente Anita O’Day. Accettando questa posizione, Eldridge divenne uno dei primi musicisti neri a diventare un membro permanente di una big band bianca. Eldridge è stato determinante nel cambiare il corso della big band di Krupa da schmaltz al jazz.