“Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi” è il progetto espositivo -di Fondazione Golinelli e Sistema Museale di Ateneo, Università di Bologna, curata da Andrea Zanotti, Roberto Balzani, Antonio Danieli e Luca Ciancabilla- che fino al 28 maggio riempirà il Centro Arti e Scienze Golinelli di Bologna. Una mostra immersiva tra reperti e oggetti delle collezioni museali dell’Ateneo bolognese, esibizioni interattive, opere d’arte e video provenienti dall’Agenzia Spaziale Europea, messi insieme in un connubio inconsueto e originale tra arte, scienza, passato e futuro.
Un percorso espositivo e di ricerca fra arte e scienza
Arte e scienza, due mondi apparentemente inconciliabili ma in realtà complementari: in bilico tra due dimensioni cronologiche, la mostra gravita intorno alla figura di Ulisse Aldrovandi, uno dei più grandi scienziati della natura del suo tempo, di cui nel 2022 si è celebrato il 500° anniversario della nascita. L’opera del naturalista bolognese non è proiettata solo verso il passato: la sua capacità fantastica colloca l’opera dell’Aldrovandi e il visitatore oltre il tempo e sulla soglia di un mondo altro. Ulisse Aldrovandi incarna due anime: quella di scienziato, osservatore di una realtà che è già stata, e quella dell’artista, che immagina e dà forma a ciò che sarà. La mostra, dunque, non si offre come semplice esposizione, ma anche come occasione di riflessione e analisi sulla cultura umana, sul suo divenire fino ad arrivare ai giorni nostri, «ipotizzando che il bagaglio di competenze, capacità e attitudine che aveva Aldrovandi sia il bagaglio di un essere umano di oggi che guarda verso il futuro» spiega ai nostri microfoni Antonio Danieli, direttore e vicepresidente di Fondazione Golinelli e curatore della mostra.
Il pubblico della mostra sarà condotto nel futuro, nelle nuove e recenti frontiere interplanetarie raggiunte dall’uomo, proiettato ormai verso i confini dell’universo e della conoscenza. In questa sezione i visitatori avranno modo di sperimentare, attraverso exhibit interattivi e immersivi, alcune delle nuove condizioni in cui l’umanità si troverà a vivere in un futuro non troppo lontano: cabine che simulano l’ibernazione – necessaria per affrontare i viaggi interstellari – postazioni per conoscere il regime alimentare adatto per la sopravvivenza nello spazio e, ancora, installazioni multisensoriali per scoprire gli odori dell’universo. «Siamo davanti a un processo metaforico e allestitivo assolutamente differente: gli oggetti e reperti antichi raccolti da Aldrovandi e da altri grandi scienziati di Bologna si guardano a vicenda in una sinfonia e un processo creativo che mira verso il futuro oltre che verso il presente, in uno spazio che non ha spazio e in un tempo che non ha tempo», così Luca Ciancabilla -docente Università di Bologna e curatore della mostra- ci racconta l’esperienza riservata alle visitatrici e ai visitatori, aggiungendo: «il visitatore può entrare all’interno della mostra senza alcuno strumento di conoscenza ulteriore; […] potrà viaggiare attraverso lo spazio come se fosse Ulisse Aldrovandi, pronto per conoscere, battezzare, catalogare tutto lo scibile che si troverà davanti». Danieli aggiunge: «ogni visitatore potrà immedesimarsi in quello che fu Ulisse Aldrovandi, e vivere questo percorso con un’idea di ricerca, scoperta e immaginazione», il tutto con assoluta libertà: «libertà sia di approccio alla mostra, sia perché ciascuno può pensare quello che vuole», precisa Cianciabilla.
La mostra ha il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna. Tutti i dettagli sono consultabili sul sito della mostra.
ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANTONIO DANIELI E LUCA CIANCIABILLA: