22esima edizione per il Future Film Festival, nato a cavallo del nuovo millennio, un appuntamento consolidato che di fatto è un osservatorio permanente su tecnologia e nuovi linguaggi. Sono 22 anni che il festival indaga i nuovi modi di comunicare che via via nascono. Confermata la doppia programmazione che ebbe luogo nel 2021, con appuntamenti organizzati tra Bologna (dal 21 al 25 settembre) e Modena (dal 30 settembre al 2 ottobre). Come in una lente internazionale, verranno osservati Brasile, Danimarca, Giappone, Canada, Francia, Cile, Taiwan (oltre all’Italia), per quello che è il mondo dei corti di animazione degli ultimi 12 mesi.

La parola di quest’anno è  retrofuturo, cioè il guardare come nel tempo abbiamo immaginato questa nostra attualità attraverso i nuovi linguaggi e il prisma della realtà virtuale. Guardare come negli anni ’80 e ’90 si è lavorato sui linguaggi quando non si sapeva dove tali iniziative avrebbero portato. Il Festival porta questo sguardo con un approccio importante e composito. Non ci saranno infatti solo proiezioni, ma anche talk, seminari di approfondimento con ospiti internazionali, per capire tutto quello che è stata ed è la cultura intorno ai linguaggi visivi.

A Modena dal 29 settembre al 2 ottobre il Festival della cultura digitale

Altro punto cardine è l’attenzione all’infanzia. Nel centenario della nascita del grande pedagogista Mario Lodi, il Future Film festival sarà luogo di laboratori per bambini, dove i più piccoli impareranno a fare cinema. Significativo l’intreccio col festival di Kiev che si è chiuso in questi giorni e che simbolicamente è un passaggio di mano, oltre che un sostegno economico ai colleghi ucraini che, per le forze di causa maggiore che conosciamo, non possono al momento disporre dei fondi destinati alla cultura.

La mappa dei luoghi di collaborazione della nostra città diventa visibile in modo chiaro: Musei, Mambo, sale cinema, SalaBorsa, Cineteca. Grazie a questo mosaico di relazioni, il Festival quest’anno riparte con un grandissima fioritura di azioni.

Altro aspetto interessante è la tematica Umanesimo  5.0, trattata allo Smart Life Festival, il Festival della Cultura Digitale, a Modena dal 29 settembre al 2 ottobre. Si tratta del rapporto tra uomo e tecnologia, tra uomo e macchina. Ai nostri microfoni, Francesco Ori ci ha regalato alcune suggestioni al riguardo.

«Operando sul retrofuturo, abbiamo guardato molto agli anni ’70 e ’80» ha detto la curatrice Giulietta Fara «ripercorrendo visioni che a volte erano ingenue, altre volte distopiche o drammatiche.  Tra i principali titoli “Akira” di Otomo Katsuhiro, che viene “promosso” al grande schermo e “Delta Space Mission”, primo cortometraggio d’animazione prodotto in Romania».

Ci sarà poi il concorso dei lungometraggi, tra produzioni fantasy, altre produzioni impegnate sui temi della politica contemporanea, e altri lavori focalizzati invece sul retrofuturo che – come detto sopra – è il leitmotiv di quest’anno.

Ai nostri microfoni, Ivan Venturi ha parlato di quello che è il progetto sui video-game all’interno del festival. I videogiochi hanno costantemente presentato quello che è stato l’immaginario del futuro degli anni passati: sono quindi un ottimo strumento di ”retrosguardo” perfettamente attinente al tema del retrofuturo. Il 24 settembre, tra il cinema Arlecchino e il Mambo, ci saranno diversi excursus su questo tema, all’interno di una giornata intitolata “Retro-future videogames”. Non mancherà una romantica reunion tra colleghi che hanno condiviso le ricerche degli anni ’90.

Per le informazioni sul programma (che è molto nutrito e articolato) rimandiamo al sito del Festival, ben diviso in sezioni tematiche.

Sergio Fanti

ASCOLTA L’INTERVISTA A GIULIETTA FARA:

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO ORI:

ASCOLTA L’INTERVISTA A IVAN VENTURI: