Negli Stati Uniti e non solo non decidono i presidenti, ma decidono i fabbricanti di armi. Parola di Padre Alex Zanotelli. È un messaggio lucido e radicale quello che il comboniano ha lanciato dal convegno “Basta favori ai mercanti d’armi”, iniziativa promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, che ha chiamato a raccolta le organizzazioni della società civile per difendere la legge 185/90 sull’export di armi che la maggioranza che sostiene il governo Meloni sta modificando.

Padre Alex Zanotelli e i mercanti d’armi che controllano il mondo

Nel suo intervento, Zanotelli ha cominciato smontando la retorica dei governi che difendono la legalità, poiché sono i primi a violarla e a infischiarsene delle leggi. Il missionario racconta un episodio che lo ha toccato direttamente quando era direttore di Nigrizia ed era entrato in possesso di documenti che dimostravano che l’Italia stava esportando armi nel Sudafrica dell’apartheid nonostante il divieto dell’Onu. Zanotelli ricevette la visita della Digos, che cercò quei documenti senza trovarli, perché lui stesso li aveva nascosti.

Di qui il messaggio inequivocabile di Zanotelli: «Siamo prigionieri del complesso industriale militare. Negli Stati Uniti non sono i presidenti che decidono, è il complesso militare. E anche l’Italia è nella stessa situazione, basta guardare il nostro governo. Il ministro Crosetto è pappa e ciccia con la Leonardo e viene dalla Med-Or. Ricordo che 13 rettori di Università italiane erano nella Med-Or. Stanno penetrando tutto».
A supporto delle proprie tesi, il comboniano cita i dati relativi alle spese militari nel 2023, che ammontano a 2500 miliardi di dollari. L’anno precedente erano 2200.

Zanotelli, però, spiega che lo strapotere dei fabbricanti di armi è collegato direttamente al sistema economico-finanziario che governa il mondo. E per sottolineare questo legame, spiegando il perché delle scelte belliche anche del presente, cita le parole di Raymond Gerhardt Hunthausen, vescovo di Seattle scomparso nel 2018. Convertitosi alla nonviolenza, il cardinale animò anche la lettera sulla pace dei vescovi americani dove si sosteneva che non ci sarebbe potuta più essere una guerra giusta.

«Abbandonare il nostro controllo sulla distruzione globale dà l’impressione di rischiare tutto – affermava Hunthausen, citato da Zanotelli – Ed è rischiare tutto, ma in una direzione opposta a quella in cui attualmente rischiamo tutto. Le armi nucleari proteggono i privilegi e lo sfruttamento. Rinunciare ad esse significherebbe che dobbiamo abbandonare il nostro potere economico sugli altri popoli».
Abbandonare le armi, dunque, significherebbe abbandonare il privilegio in questo mondo. Ed è in questo modo che si spiega la corsa al riarmo che l’Occidente sta compiendo in questi anni.

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