Il 25 aprile nella sinagoga di Bologna lo spettacolo conclusivo del progetto “Voci”, dedicato all’80° delle leggi razziste. Nel lavoro di Teatro del Pratello, Conservatorio Martini, Università Primo Levi e Istituto per la storia e la memoria del ‘900, il dito puntato sul pregiudizio antisemita dopo la fine del fascismo e del nazismo.
Dopo lo speciale radiofonico su Radio Città Fujiko , il progetto “Voci” 2018 arriva al prodotto finale: una performance teatrale, musicale e visuale dentro la Sinagoga di Bologna per ricordare gli 80 anni dalle leggi razziste. Lo spettacolo è in programma mercoledì 25 aprile dalle 16.30 e porta la regia di Paolo Billi del Teatro del Pratello.
“Il gran lupo cattivo. Antisemitismo italiano 1938-2018” è il nome dell’iniziativa, che riprende l’impronta antisemita data, dopo la fine del nazismo e del fascismo, al celebre cartone animato “I tre porcellini“, dove l’antagonista, il lupo cattivo appunto, nella versione italiana assumeva il nome ebraico di Ezechiele.
Lo spettacolo previsto mercoledì prevede ingressi ogni 15 minuti, a gruppi di 30 spettatori e avrà una durata complessiva di 30 minuti, suddivisa in tre momenti: il tempo dell’attesa, in via Finzi, davanti all’ingresso della sinagoga, dove uomini e donne sono addossati ai muri della strada, aspettando; il tempo della memoria, dentro il nuovo piccolo tempio della sinagoga, al suono di un violino; il tempo della permanenza del pregiudizio, dove il pubblico entrerà nella video-installazione finale.
“Con la conoscenza e la cultura si abbatte l’indifferenza – ha affermato Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica di Bologna – nel 1938 fu l’indifferenza a permettere che i bambini fossero cacciati da scuola e alle persone fosse impedito di lavorare”. Sono passati 80 anni dalle leggi razziali volute dal regime fascista. Anzi, “leggi antisemite – corregge Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto storico Parri – leggi razziali è un termine fascista: le razze non esistono”. Quel retaggio di pregiudizi e stereotipi è proseguito fino a oggi, anche nelle piccole cose.
L’assessore comunale alla Cultura, Matteo Lepore, ha poi sottolineato che “in questi giorni alcuni sindaci non danno il patrocinio all’Anpi per il 25 aprile”. Bologna, invece, anche con progetti come questo, ha “un ruolo da svolgere in questo Paese. Nei prossimi anni dovremo portare avanti i valori della Costituzione, che sono un patrimonio comune, a prescindere da chi governa, sui quali non si torna indietro”. Da questo punto di vista “dobbiamo vigilare – avverte Lepore – a Bologna continueremo a lavorare e investire in cultura. Non bisogna arretrare, ma tornare ai fondamentali. Lo dico perché mi aspetto un governo che proverà di fatto a cancellare questi valori. Trasversalmente a molti partiti, purtroppo a volte anche nel centrosinistra, si sottovaluta l’importanza dei valori della Costituzione. Dobbiamo fare fronte comune”. E aggiunge: “Di questi temi non bisogna parlare solo in campagna elettorale. Antifascisti lo si è sempre, non solo a targhe alterne”.
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