Ci siamo occupati più volte dell’assegnazione dell’educativa scolastica sul territorio dell’ex Bologna Sud a una cooperativa di fuori regione. Lo abbiamo fatto, non solo per l’inevitabile ricaduta che ciò ha avuto sulla continuità di quei servizi, ma anche perché l’abbiamo trovata particolarmente significativa su quanto il sistema degli appalti sia una delle cause, non la sola ma certamente una delle più rilevanti, sul mantenimento in uno stato di precarietà e fragilità contrattuale del mestiere dell’educatore.  In questo senso, uno dei passaggi più esplicativo della vicenda è stata l’avvilente campagna di reclutamento messa in atto dalla cooperativa assegnataria a fronte della rinuncia di gran parte del personale di cambiare quella di provenienza.

Nulla di anomalo, si intende, le nostre cooperative partecipano a gare fuori regione e quelle di fuori regione partecipano alle nostre: è il mercato, bellezza. L’unico mestiere che misteriosamente sfugge alle sue regole, ovunque onnipotenti e inviolabili, è proprio quello dell’educatore, l’unico che a fronte di un aumento sproporzionato della domanda vede mantenere inalterate le sue pessime condizioni contrattuali, l’unico che da una richiesta sempre maggiore di formazione non ne trae alcun aumento salariale, se non di proporzioni offensive rispetto al costo della vita e dell’inflazione.  

Non è un caso che l’emorragia dei lavoratori dallo stesso mestiere per cui si sono formati, continua ormai inarrestabile, mettendo ormai a rischio la partenza e l’attuazione di servizi ritenuti essenziali perfino dal nostro ordinamento legislativo.

Roberto Parmeggiani, sindaco di Sasso Marconi, delegato dall’Unione dei Comuni Valle del Reno, Lavino e Samoggia, ha risposto alle nostre domande e a quelle delle operatrici del territorio, in merito a queste tematiche.   Di seguito il link dell’intervista.

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