Mentre l’Europa vota per inserire il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in seguito alla regressione che si registra nel campo dei diritti delle donne, in Italia un emendamento al decreto Pnrr, su cui il governo ha messo la fiducia, determina che le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possano «avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità».
In altre parole si sdogana la presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori, possibilità in realtà già prevista dall’articolo 2 della legge 194.

La protesta contro l’emendamento per consentire l’ingresso degli antiabortisti nei consultori

Questo pomeriggio alle 14.00, in occasione della sessione di voto in Parlamento, la neonata Rete nazionale dei consultori e delle consultorie terrà un presidio sotto Montecitorio per protestare contro l’ennesimo attacco al diritto di aborto in Italia.
«Siamo già in un contesto in cui 7 medici su 10 sono obiettori – ricorda ai nostri microfoni Eleonora di Obiezione Respinta – Sono anni ormai che vengono avanti questi attacchi e purtroppo a consentirli è anche la legge 194, non a caso da tempo pretenziamo “Molto più di 194″».

La presenza degli antiabortisti in Italia è composta da una vasta galassia di associazioni che utilizzano anche forme di pressione psicologica, violenza e manipolazione sulle donne che decidono di interrompere volontariamente la gravidanza.
Dai cimiteri dei feti ai presìdi davanti agli ospedali, fino a una proposta di legge di iniziativa popolare per costringere le donne che vogliono abortire ad ascoltare il battito cardiaco del feto, le modalità con cui agiscono le cosiddette associazioni pro-life sono spesso tese a colpevolizzare le donne che intendono accedere a un diritto previsto per legge, ma sempre più messo in discussione.

«Ostacolare l’accesso all’aborto è ostacolare l’accesso alla salute», ricorda Eleonora. Oltre al presidio di questo pomeriggio, la rete di realtà che difendono il diritto all’aborto preparano una mobilitazione che già annunciano capillare.

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