Cade oggi il 37° anniversario dell’assassinio di Francesco Lorussso, studente di medicina di 24 anni e militante di Lotta Continua. Lorusso fu ucciso con un colpo di pistola alle spalle nel corso degli scontri tra militanti di sinistra e forze dell’ordine l’11 marzo 1977. Durante la cerimonia, contestazione per Ronchi, Naldi e Nicoletti.
Francesco Lorusso era un ragazzo di 24 anni. Era uno studente di medicina e un militante di Lotta Continua. Fu ucciso da un proiettile, sparatogli alle spalle mentre scappava, nel corso degli scontri tra attivisti del movimento bolognese e forze dell’ordine. Il colpevole o i colpevoli non furono mai individuati. Quell’omicidio è rimasto impunito e ha segnato profondamente la storia e lo sviluppo del movimento bolognese. Le ore seguenti videro la città presidiata dai carri armati, e la decapitazione di realtà come Radio Alice.
Per molti, con la morte di Lorusso, il movimento subì un colpo dal quale non si riprese anche se, secondo altri, fu il Congresso del settembre del ’77 ad essere il canto del cigno di questa realtà.
Si è tenuta questa mattina alle 10, in via Mascarella, la commemorazione di Francesco Lorusso, che ha visto la partecipazione di un fronte eterogeneo di persone, sia la generazione che visse in prima persona la stagione del ’77, sia una forte presenza di ragazzi.
Alla cerimonia si sono uniti anche l’assessore comunale alla cultura Alberto Ronchi, la presidente del Quartiere San Vitale Milena Naldi, e il prorettore Roberto Nicoletti. La loro presenza è stata oggetto di momenti di tensione e di dura contestazione, “soprattutto dopo le misure cautelari mandate a 15 studenti e studentesse per gli scontri in Piazza Verdi”, spiega ai nostri microfoni Loris Narda, esponente del collettivo Hobo. “Non ci sembrava possibile che chi come Milena Naldi si è schierata apertamente a favore di quelle cariche – continua Loris – oggi venisse lì a commemorare Francesco Lorusso, ci sembrava una provocazione. Per questo siamo andati a contestarli e a mandarli via da quella lapide”.
“Francesco non è un’icona che si può usare per pulire la propria immagine, mentre nella realtà quotidiana si continuano a fare le stesse scelte di chi combatteva Francesco 37 anni fa”.