Le Giornate degli Autori sono state ancora una volta (la seconda dopo Il sangue verde), l’occasione, per Andrea Segre, di presentare Io sono lì, il suo nuovo film.
La storia di questo esordio alla fiction è semplice, un mix d’amore, immigrazione e -mancata- integrazione. Temi a lui cari che maneggia davvero molto bene.
Sono principalmente due le scene che mi faranno ricordare questo film: quella in cui Bepi si serve dell’acqua alta della Laguna per ricreare una tradizione cinese. Quale gesto migliore poteva esprimere l’avvenuta unione?
Sentimenti totalmente contrastanti sono quelli provocati dalla sequenza in cui i “mascalzoni” occupano le prime file della Chiesa nella Messa domenicale, accompagnati da prole e mogli. Cos’altro meglio di questo avrebbe potuto rappresentare l’ipocrisia?
Per una vita che finisce, un’altra arriva e Shung-li può ricongiungersi con il suo bambino, finalmente arrivato in Italia. Se in matematica cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, credo che nel cinema cambi, eccome!