“Anche le cose hanno bisogno” è l’ultimo fumetto di Eliana Albertini, edito da Rizzoli Lizard, in cui l’autrice ci porta alla scoperta del mondo di Agnese, appassionata collazionatrice di oggetti trovati per strada, considerati da lei preziosissimi, la quale si trova costretta a fare i conti con la società che la circonda e che sembra non capirla.
Il nuovo fumetto di Eliana Alberti svela l’anima degli oggetti
Eliana Albertini è un’illustratrice e fumettista, già nota per aver pubblicato i libri “Luigi Meneghello, apprendista italiano” e “Malibù”; ha inoltre contribuito all’antologia “A.M.A.R.E.”, una raccolta di cinque storie a fumetti in cui le cinque autrici raccontano la difficoltà che si incontra nel periodo dell’adolescenza allo scontrarsi con il modello di femminilità dettato dalle norme sociali. Nel suo ultimo libro, “Anche le cose hanno bisogno”, l’autrice racconta la storia dei Agnese, una ragazza considerata strana dagli abitanti del paesino della provincia veneta in cui vive. È ritenuta una persona fuori dagli schemi perché di mestiere fa la spazzina e ama il suo lavoro dato che le permette di trovare e collezionare molti oggetti, scartati dalle altre persone. Si trovano, quindi, due rapporti contrapposti nella vita di Agnese: quello complicato con i suoi concittadini e quello intimo e piacevole con questi oggetti che trova, proprio quest’ultimo è l’occasione per una sorta di dialogo interiore nel momento in cui scrive in un diario le sue esperienze.
Anche se la storia è inventata, ci parla molto della stessa Eliana Albertini. Anche lei, come la sua Agnese, è appassionata e raccoglie gli oggetti curiosi che trova passeggiando. L’autrice stessa afferma che sta proprio qua le genesi del libro: «l’idea è stata quella di avere un personaggio che mi permettesse di avere una vita parallela, di fare una cosa che io non posso fare sempre, cioè di girovagare e raccogliere le cose che trovo».
Riguardo alla modalità di realizzazione, questo fumetto è stato un esperimento per l’autrice. La storia infatti ha preso forma non prima, ma man mano che veniva disegnata e la volontà principale da cui è stata guidata è quella di creare un libro che fosse per lei piacevole da disegnare. Anche per questo sono state utilizzate tecniche artistiche diverse tra loro, che però restituiscono anche un’idea di varietà e di confusione che si rispecchia nella storia, sia per il fatto che sono presenti gli oggetti più disparati, ma anche nella confusione interiore della protagonista. Anche la scelta dei colori usati racconta qualcosa: nel mondo degli oggetti di Agnese sono usati colori anche vivaci, al contrario, quando vediamo la protagonista muoversi nel tessuto sociale, dominano il bianco e il nero.
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