“Proviamo a essere radicali: non possiamo cambiare la formazione senza cambiare la società, e viceversa. Dobbiamo essere pragmatici: non possiamo esimerci dal governare la transizione tra scuola e lavoro dei più giovani, lasciando al solo mercato ancora più potere nel determinare il loro futuro. Smettiamo di essere classisti, pensando che ci sia un solo modo “buono” di apprendere e che la vera Scuola a cui puntare sia il liceo, mentre tutto il resto è una seconda scelta” (estratto dall’articolo a firma Baumhaus pubblicato su https://medium.com/@baumhaus_coop/appunti-su-formazione-e-lavoro-363b11810bca

Sull’onda emotiva della tragica morte del giovane Lorenzo, travolto da una puntella in azienda durante l’ultimo giorno di stage, si è diffuso nel paese, in forme diverse, un più che comprensibile moto di protesta che ha chiesto l’abolizione immediata dello strumento dell’alternanza scuola-lavoro.

Oggi, trascorsi un po’di tempo dalla tragedia, insieme a chi ogni giorno opera sul campo per l’inclusione (sociale, scolastica, professionale) dei più giovani, proviamo ad avviare una riflessione più ampia e profonda sulla storia e sul senso del legame dei percorsi scolastici e formativi col mondo del lavoro. Sul loro futuro, soprattutto.

Abbiamo sentito Luca Padova di Baumhaus, realtà cooperativa che progetta e realizza percorsi di formazione con le nuove generazioni, tra gli autori dell’articolo citato in testa.