Si moltiplicano le critiche al Decreto Alluvione con cui il governo ha dato una risposta al disastro climatico in Emilia-Romagna. C’è chi denuncia i ritardi nell’arrivo delle risorse, chi sottolinea come i fondi stanziati si stiano rivelando inferiori ai 2,2 miliardi annunciati, chi si indigna per le coperture economiche, derivanti dal gioco d’azzardo o dalla sottrazione dei fondi al reddito di cittadinanza.
Tra le pieghe del decreto, però, si palesa un ulteriore problema: l’assenza di qualsiasi sostegno agli stagionali del turismo, che in Romagna sono una fetta fondamentale dell’economia.

Lavoratori stagionali senza sostegno: le mancanze del Decreto Alluvione

A denunciare la mancanza è la Filcams-Cgil dell’Emilia-Romagna, che sottolinea come tra gli ammortizzatori sociali straordinari o i sostegni economici ai lavoratori coinvolti dall’alluvione il governo nel decreto si sia “dimenticato” dei lavoratori stagionali del turismo e delle terme.
Il paradosso, se così vogliamo chiamarlo, è che nello stesso decreto sono previsti ristori e sostegni economici alle medesime imprese turistiche che hanno registrato ripercussioni a causa dell’alluvione. «Delle due l’una – osserva Paolo Montalti, segretario della Filcams-Cgil – se c’è un problema che il governo risconosce in quei settori e in quelle attività economiche per avere dei ristori, c’è anche un problema per i lavoratori stagionali».

In particolare, il danno economico subito dai lavoratori stagionali si manifesta in diversi modi. Da un lato il ritardo della loro assunzione provoca un danno al loro salario. Dall’altro, alla fine della stagione, quando presentano domanda per la Naspi, possono risultare penalizzati perché l’indennità di disoccupazione viene calcolata sul numero di giornate effettivamente lavorate.
Per correggere questa vera e propria discriminazione, la Cgil invoca la presentazione di un emendamento al momento della conversione in legge del decreto.

A monte di tutto, però, c’è il tema della precarietà in cui rientrano i contratti stagionali del turismo. «Ad ogni inizio di stagione turistica discutiamo del fatto che ci siano difficoltà nel reperire personale in questo settore proprio per la loro precaria condizione – evidenzia Montalti – Già in questo settore irregolarità e lavoro nero la fanno da padrone, se continuiamo su questa strada sarà sempre più difficile che soprattutto i giovani si avvicinino a questo tipo di attività lavorativa».

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