6900 miliardi di dollari in sette anni, quasi mille miliardi all’anno. Sono queste le cifre da capogiro con cui le banche mondiali continuano a finanziare le fonti fossili.
È quanto emerge dal report di Banking on Climate Chaos, il più autorevole e completo report sul finanziamento bancario, che nell’ultima edizione ha preso in esame i finanziamenti del sistema bancario alle fonti fossili dall’approvazione dell’accordo di Parigi sul clima ad oggi.
Crisi climatica, le banche continuano a finanziare copiosamente le fonti fossili
Ad analizzare il report è stato, su Valori.it, il giornalista Lorenzo Tecleme, che ai nostri microfoni spiega i punti essenziali.
«Questo report è importante perché quando guardiamo i flussi finanziari stiamo aprendo squarci sul futuro – osserva Tecleme – Le più grandi banche del mondo stanno scommettendo, con pochissime eccezioni, sul fatto che anche i prossimi decenni siano fossili».
Banking on Climate Chaos prende infatti in esame il comportamento delle 60 più grandi banche mondiali, analizzando il loro comportamento in merito ai finanziamenti e ai flussi finanziari ad attività climalteranti.
Eppure negli ultimi anni molte banche promuovono campagne in cui affermano che al centro delle loro attività hanno a sostenibilità. Si tratta di green washing? «La parola chiave è “scappatoie” – sottolinea il giornalista – Tantissime banche hanno inserito nelle loro policy politiche di esclusione, ad esempio di attività legate al carbone o alle estrazioni nell’Artico. Il problema è che spesso queste politiche sono volutamente vaghe e permettono alle banche di presentarsi come ecologiste all’opinione pubblica e al contempo hanno mille modi per non rispettarle».
Un esempio su tutti: le policy riguardano i progetti, quindi le banche non finanziano direttamente progetti relativi a fonti fossili, ma non riguardano le aziende. Per questo motivo se un’azienda chiede un finanziamento omettendo la ragione per la quale lo richiede, ecco che si può finanziare comunque il fossile.
In tutto questo la politica che ruolo gioca? «Nel 2026 a Glasgow si firmò una pomposissima alleanza del settore degli istituti di credito per abbandonare i finanziamenti alle fonti fossili – spiega Tecleme – Il documento partiva dalla consapevolezza che interrompere i flussi finanziari sia l’azione più efficace per fermare il fossile del futuro. La lezione che arriva dal report è che il settore privato da solo non farà questa svolta».
Ciò che serve è un forte intervento pubblico e servono leggi, ma il quesito che resta inevaso è chi nel mondo abbia la forza, prima ancora della volontà, per imporlo.
ASCOLTA L’INTERVISTA A LORENZO TECLEME: