Il Trust per l’Arte Contemporanea, primo esempio realizzato in Italia in questo ambito, costituisce e gestisce un fondo dedicato all’arte del presente, rappresentato dalle risorse messe a disposizione dai tre disponenti. Finalità del Trust è quella di contribuire al posizionamento della città di Bologna come una delle capitali del contemporaneo inteso in tutte le sue diverse espressioni, rafforzando, in questo caso, il ruolo del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e dell’Area Arte Moderna e Contemporanea dell’Istituzione Bologna Musei.

Al MAMbo l’evoluzione della Performance in Emilia-Romagna

Questo progetto ha portato all’apertura dei “Rilevamenti d’archivio. Le Settimane Internazionali della Performance e gli anni ’60 e ’70 a Bologna e in Emilia Romagna”, una nuova sezione all’interno del percorso espositivo delle collezioni del MAMbo. La mostra, che riaprirà le sue porte il 23 febbraio, si inserisce in un programma di riallestimento “a tappe” delle collezioni del MAMbo, il cui filo conduttore è l’individuazione di specifiche congiunture geografico-temporali, riferite all’arte italiana degli ultimi decenni, delle quali il museo conserva significative testimonianze.

La nuova sezione si sviluppa come una sorta di regesto illustrato, volto a contestualizzare le Settimane Internazionali della Performance che si tennero tra il 1977 e il 1982 all’interno del ricco panorama di fenomeni creativi che caratterizzò l’intera Emilia-Romagna tra gli anni ’60 e ’70, coprendo un arco temporale che va dal 1967 al 1982.
Integrando la propria documentazione con immagini, documenti, filmati provenienti dagli archivi di altre istituzioni pubbliche e da raccolte private, il MAMbo tenta una prima articolata ricognizione delle connessioni intercorrenti tra diversi fenomeni coevi e tra manifestazioni culturali indipendenti ed eventi di natura istituzionale, con un progetto che si sviluppa attraverso 18 capitoli, ciascuno dedicato a un episodio significativo dell’evoluzione della Performance in Emilia-Romagna.

Pur rispettando una sequenza cronologica, la rassegna, intesa come una piattaforma aperta a ulteriori approfondimenti e aggiunte, consente al visitatore di cogliere, scorrendo tra i moduli dell’allestimento appositamente elaborato dallo Studio Pierluigi Molteni Architetti in collaborazione con D+ Studio, i molti rimandi possibili tra le varie vicende presentate.
Prendendo le mosse dalle sperimentazioni di Pier Paolo e Lamberto Calzolari, Luigi Ontani, Gianni Castagnoli ed altri artisti attivi negli studi di Palazzo Bentivoglio alla fine degli anni ’60, la rassegna documenta altri episodi rilevanti di quegli anni, come Parole sui muri, manifestazione che si svolse a Fiumalbo nel 1967 e nel 1968, e la mostra Gennaio 70, prima rassegna italiana in cui comparvero video-opere e video-performance appositamente realizzate.
Vengono poi illustrate le partecipazioni di Gino De Dominicis e Franco Vaccari alla Biennale di Venezia del 1972, la presenza della performance nelle gallerie private bolognesi e le prime performance, rispettivamente di Fabio Mauri e di Gina Pane, eseguite alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1975 e nel 1976.
A un capitolo dedicato allo stand di Rosanna Chiessi e Peppe Morra ad Arte Fiera 1976 e all’attività di Rosanna Chiessi a Cavriago seguono le tappe dedicate alle attività didattiche di Giuliano Scabia e Gianni Celati al DAMS e al ’77 a Bologna.
Su questo sfondo si colloca la presentazione delle sei edizioni delle Settimane Internazionali della Performance curate da Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, con un ulteriore capitolo dedicato all’evento Alla Ricerca del silenzio perduto. Il treno di John Cage che il compositore americano creò a Bologna nel 1978.

Tra i 49 artisti che presero parte alla prima edizione del 1977 vi erano, tra gli altri: Marina Abramović e Ulay, Laurie Anderson, Vincenzo Agnetti, Renate Bertlmann, Giuseppe Chiari, Robert Kushner, Suzanne Lacy, Fabio Mauri, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Luca Patella, Vettor Pisani, Fabrizio Plessi e Christina Kubisch, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Michele Sambin, Franco Vaccari.
In uno spazio contiguo alla nuova sezione, trasformato in sala video, è infine possibile vedere l’intera serie dei filmati realizzati da Mario Carbone per documentare sette performance della prima Settimana – quelle di Marina Abramović, Vincenzo Agnetti, Renate Bertlmann, Giordano Falzoni, Geoffrey Hendricks e Brian Buczak, Robert Kushner, Hermann Nitsch – e due documentari di Emanuele Angiuli sulla Bologna degli anni ‘70.

Tra gli autori presenti nella rassegna compaiono anche Cesare Bastelli, Giuseppe Cannistrà, Mario Carbone, Barbara Berti Ceroni, Giovanni Giovannetti, Carlo Gajani, Silvia Lelli, Antonio Masotti, Roberto Masotti, Nino Migliori, Enrico Scuro.

ASCOLTA L’INTERVISTA ALLA CURATRICE ULIANA ZANETTI: