Ennesimo rinvio dei risarcimenti ai famigliari della strage del 2 agosto. Il governo toglie dalla legge Stabilità la voce dedicata. Intanto il presidente Paolo Bolognesi non esclude di candidarsi alle primarie del Pd: “Prematuro parlarne”.

“Non c’entra niente, le voci sulla mia candidatura alle primarie del Pd non hanno alcuna relazione con i risarcimenti ai famigliari delle vittime”. Cerca di fare chiarezza Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione famigliari delle vittime del 2 agosto, sui lanci di agenzia e alcuni articoli apparsi sulla stampa locale che lo volevano candidato alle primarie del Pd per esercitare una pressione sulla questione ancora aperta dei risarcimenti.

Bolognesi insiste per precisare che sono due questioni diverse, sulle quali non va fatta confusione.
“Visto che circolavano voci su una mia possibile candidatura – spiega Bolognesi – ho risposto a chi mi chiedeva cosa ne pensassi che è prematuro parlarne. Non mi sono proposto e, qualora qualcuno me lo chiedesse, dovrei valutare”.

Ben altra questione è invece quella dei risarcimenti ai famigliari delle vittime. Il governo Monti non ha infatti ammesso nella legge Stabilità i correttivi alla 206, che prevede proprio benefici previdenziali e contributi per le vittime della strage del 2 agosto.
Un altro stop, dunque, ad una partita su cui lo stesso ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri aveva rassicurato Bolognesi e i famigliari durante le commemorazioni del 32° anniversario.
“Se è solo una questione tecnica – commenta il presidente dei famigliari – allora si può trovare il modo per risolverla. Se invece i problemi sono di altra natura il governo ce li dovrà spiegare”.

I famigliari, intanto, continuano a portare avanti la battaglia per arrivare ai mandati dell’attentato. In questo senso la morte del generale Amos Spiazzi, coinvolto in indagini e misteri di Stato, tra cui il primo depistaggio della strage di Bologna, può costituire un’occasione persa per arrivare alla verità.
“La magistratura in questi casi ha un atteggiamento di opportuna riservatezza – precisa Bolognesi – per cui non so se Spiazzi sia stato interrogato, come da noi indicato nelle memorie depositate a maggio”.
In caso negativo, osserva il presidente, sarebbe un’occasione mancata. Per evitare altri rischi di questo tipo, visto che dopo 32 anni l’età delle persone coinvolte inizia ad essere avanzata, sarebbe opportuno secondo Bolognesi abbandonare la pista “teutonico palestinese” e concentrarsi su cose più serie.