Le recenti inchieste sulle stragi di Brescia e Milano possono condurre ai mandanti della strage alla stazione di Bologna. Ne è convinto Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione “Famigliari delle vittime del 2 agosto 1980”, intervenuto ai nostri microfoni.
Il 2 agosto si avvicina e, con esso, la discussione su una partita ancora aperta. A 32 anni dalla strage che provocò 85 morti e 200 feriti alla stazione di Bologna, le inchieste giudiziarie hanno stabilito esecutori materiali dell’attentato, ma all’appello mancano ancora i mandanti.
Le recenti inchieste sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia e su Piazza Fontana a Milano, però, possono portare elementi utili per risalire ai mandanti anche della strage delle 10.25 del 2 agosto 1980.
Ne è convinto Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione famigliari delle vittime della stazione di Bologna, che sul tema ha anche scritto un libro insieme a Roberto Scardova.
Bolognesi, intervenuto ai nostri microfoni, commenta anche la disponibilità data dal governo per risolvere l’annosa questione dei risarcimenti ai famigliari delle vittime. Il ministro Annamaria Cancellieri ha incontrato il sindaco di Bologna Virginio Merola e gli ha testimoniato l’impegno sul tema.
“È un fatto positivo – commenta Bolognesi – ma poiché sono 8 anni che aspettiamo i risarcimenti, è ora di passare dalle parole ai fatti”.
Il governo tornerà ad essere presente alle commemorazioni, dopo le assenze registrate nel mandato di Berlusconi premier. L’esponente dell’esecutivo che interverrà, probabilmente la stessa Cancellieri, però non parlerà dal palco, per evitare i fischi e l’attenzione dei media solo sui temi delle contestazioni.
“L’usanza di intervenire solo in Consiglio comunale – ricorda Bolognesi – è stata in vigore fino al 1993. Fu l’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi a chiedere di poter intervenire dal palco e gli fu concesso”.
Bolognesi, infine, figura anche tra i firmatari della lettera aperta inviata da giuristi, studiosi e intellettuali bolognesi ai Parlamentari della Repubblica, in cui si mette in guardia la politica da derive autoritarie.
“Si respira un clima simile all’epoca di Tangentopoli – osserva il presidente dell’associazione del 2 agosto – occorre che la politica torni ad elevarsi dall’attuale situazione di discredito da parte della cittadinanza”.