In Europa ne sappiamo poco, ma anche in Africa ci sono movimenti lgbtqi+ che si battono per il riconoscimento e per i diritti. E lo fanno sfidando legislazioni che criminalizzano l’omosessualità e la transessualità con pene molto severe.
È uno spaccato su questo mondo che sarà possibile conoscere ad “Africa Queer – Tra diritti negati e attivismo“, un evento inserito nel programma del Terra di Tutti Film Festival (Ttff), che si svolgerà venerdì 7 ottobre alle 17.00 nella Sala Das di via del Porto 11/2. In particolare, Sam Ndlovu, attivista transgender dello Zimbabwe, si confronterà con attivisti lgbtqi+ italiani e organizzatori di festival queer alle nostre latitudini.

Al Ttff uno spaccato sui diritti delle persone lgbtqi+ in Africa

Cospe, l’ong che insieme a WeWorld organizza il Ttff, ha all’attivo il progetto “Out&Proud” che opera in Malawi, Zimbabwe e Eswatini fornendo assistenza e supporto alle realtà lgbtqi+. «Cerchiamo di lavorare come alleati delle associazioni queer africane – spiega ai nostri microfoni Federica Masi, project manager di “Out&Proud” per Cospe – mettendo a disposizione contatti e relazioni che possono aiutare a portare la voce degli attivisti anche in altre sedi del mondo». Grazie al progetto, ad esempio, è stato possibile presentare rapporti-ombra al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Ma anche mettere al sicuro dalle violenze gli attivisti e le attiviste, attraverso un fondo di sostegno.

Ma altrettanto importante è la creazione di reti di associazioni e movimenti dell’Africa del sud, «che hanno identità e prospettive diverse – osserva Masi – Quello che cerchiamo di fare, però, è rafforzare l’unitarietà delle domande più forti che i movimenti portano avanti».
A tale scopo, a novembre ci sarà una conferenza internazionale dove 70 attivisti di 14 Paesi diversi si confronteranno su un’agenda di obiettivi politici comuni, che dovrà essere presentata ai rispettivi governi, ai media e alle commissioni per i diritti umani.

L’evento all’interno del Ttff, quindi, ha anche lo scopo di allargare le reti dei movimenti queer africani in Europa e anche di riflettere sulla cultura come motore del cambiamento. È per questo, ad esempio, che ad “Africa Queer” interverranno esponenti di Gender Bender e Lovers Film Festival. Insieme a Sam Ndlovu, all’incontro prenderà parte anche Mazen Masoud del direttivo del Mit, impegnato sui diritti dei rifugiati lgbtqi+.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FEDERICA MASI: