Il Ddl Zan contro l’omolesbobitransfobia è naufragato in Senato, affossato dalla cosiddetta tagliola del centrodestra ma anche, stando ai numeri, da qualche franco tiratore del centrosinistra che ha approfittato del voto segreto.
Sono infatti 154 i voti favorevoli alla richiesta di non esaminare la legge articolo per articolo e di procedere successivamente a scrutinio segreto. 16 in più rispetto ai numeri della destra e dal Pd lo sguardo è stato rivolto ai renziani.

La reazione di Arcigay all’affossamento del ddl Zan

«Il Parlamento e le istituzioni italiane si sono rivelate profondamente inadeguate – commenta ai nostri microfoni Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – È molto amaro che ci sia questa responsabilità diffusa della politica, è una fotografia implacabile che ci trasmette una profonda amarezza».
Il segretario di Arcigay aggiunge che l’associazione, insieme alle altre che da anni si battono sul tema, cercherà di continuare a porre un’argine all’omolesbobitransfobia, ma «registriamo ancora una volta che lo Stato italiano si è girato dall’altra parte».

Piazzoni è scettico anche sulla possibilità che una legge, magari con un testo diverso, possa essere riproposta in questa legislatura. «Con il voto di oggi è finita, almeno per questa legislatura – lamenta – Per fare una nuova legge occorrerebbe ricominciare tutto un iter istituzionale per cui io francamente non vedo lo spazio politico. L’unico attore che ha il potere di mettere in piedi rapidamente una legge contro l’omotransfobia è il governo, ma questo governo, costruito con una maggioranza mista destra-sinistra, non può e non vuole intervenire su temi di questo tipo».

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