I lavoratori aeroportuali si Usb hanno protestato questa mattina davanti alla sede della Camera del Lavoro di Bologna. La Cgil – insieme a Cisl e Ugl – è accusata di aver impedito al sindacato di base di concorrere alle elezioni per le Rsu, cominciate proprio oggi. La Cgil: “Non dipende da noi”.
Il presidio dei lavoratori privati (Lp) di Usb all’ingresso della Camera del Lavoro di Bologna ha coinciso con l’inizio delle elezioni per le Rsu dell’aeroporto Marconi. La coincidenza, però, non è casuale.
I lavoratori Usb accusano, infatti, la Cgil di averli estromessi dalle elezioni per le Rsu. “La commissione elettorale, di cui fa parte anche la Cgil, ha deciso di estrometterci dalle elezioni Rsu che non abbiamo sottoscritto – denuncia Michele Cirinesi di Lp-Usb – Ma noi abbiamo sottoscritto un patto per il contratto nazionale e in base a questo si sarebbe dovuto esprimere parere favorevole alla nostra partecipazione”.
La Cgil fa però appello al Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2014. Quell’accordo, Usb, non l’ha firmato e quindi, “In base a queste regole non hanno la titolarità per partecipare alle elezioni”, dichiara Lorenzo Mastro di Filt Cgil.
Per la Camera del Lavoro tutto si decide dunque sul piano giudiziario “Finchè Usb non avrà un riconoscimento non potrà fare attività sindacale. Il passaggio legale è assolutamente indispensabile”, continua Mastro.
Usb, però, è netta “Gli accordi del 10 gennaio vanno a favore delle aziende” perchè “di fatto viene impedito lo sciopero”, spiega Cirinesi rivendicando la mancata firma al testo.
A parte qualche parola grossa, il presidio di oggi si è svolto in maniera abbastanza tranquilla. Michele Cirinesi ha incontrato il segretario Cgil Maurizio Lunghi. Cirinesi ha dichiarato che nell’incontro, Lunghi ha detto “Che c’è un’apertura dalla Camera del Lavoro di Bologna. Nel caso la decisione giudiziaria dovesse riconoscere la nostra firma al contratto nazionale, rifaranno le Rsu. Ma intanto siamo fuori”.
Nonostante la tensione non sia salita e da entrambe le parti siano emerse – a parole – posizioni di apertura a una possibile riconciliazione, a scavare un pelo sotto il manto della diplomazia le due posizioni appaiono distanti. Da un lato ci si appella a una decisione giudiziaria, dall’altro al diritto alla rappresentanza. E lo scalo bolognese si presenta come un’altra occasione di divisione dei sindacati.