“Accogliamoli tutti” è il titolo del pamphlet di Luigi Manconi e Valentina Brinis. Come recita il sottotitolo “una ragionevole proposta per salvare l’Italia, gli italiani e gli immigrati”. Come spiega ai nostri microfoni Manconi, “se è vero che gli immigrati hanno bisogno dell’italia è altrettanto vero che l’Italia ha bisogno degli immigrati”.

Lunedì 5 maggio, alle ore 21, presso la Chiesa Evangelica Metodista di Bologna verrà presentato il libro di Luigi Manconi, senatore Pd e presidente della Commissione Diritti Umani, e Valentina Brinis, intitolato “Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l’Italia, gli italiani e gli immigrati”. Il tema, ovviamente, è quello dell’immigrazione.

“È un pamphlet, ovvero un libro con una tesi netta e definita, ma non è in alcun modo una provocazione. Noi parliamo di accogliere tutti sulla base di dati scientifici, demografici, economici, sociali, culturali e giuridici. Questa reale situazione dice che se è vero che gli immigrati hanno bisogno dell’Italia è altrettanto vero che l’Italia ha bisogno degli immigrati. In primo luogo per un dato demografico: l’Italia è un paese che non fa figli, che invecchia e che tende alla depressione collettiva. Un italiano su cinque ha più di 65 anni. Per questa fascia di popolazione sono attive 1 milione 700mila badanti: le proiezioni demograiche dicono che nei prossimi 20 anni il fabbisogno crescerà e ci sarà bisogno di almeno altre 700mila badanti (uomini e donne) e la stragrande maggioranza sarà ancora rappresentata da stranieri. Questo è il primo motivo per dire “accogliamoli tutti”.
Se l’analisi si sposta dal piano demografico a quello economico, spiega ancora Manconi  “ci accorgiamo che il nostro sistema produttivo in questi anni ha potuto reggere, anche se non certo bene, ma ha retto grazie al contributo del lavoro straniero”.

C’è il tema della sicurezza. Le politiche vigenti in Italia in materia di immigrazione, puntano sulla repressione e su un sistema che tende a marginalizzare e schiavizzare le persone che vengono qui, con tutte le conseguenze del caso.

Spiega Manconi: “Immigrati titolari di diritti, che possano integrarsi, che possano inserirsi nel mercato del lavoro legale, sono immigrati che vedono ridursi drasticamente il loro potenziale di pericolosità. Più non sono folla anonima ma persone con nome e cognome e garanzie, più riescono a integrarsi nel sistema di relazioni sociali, meno sono marginati e ancor meno soggetti ad attività criminali. non si scappa da questa equazione”.

Quali politiche dovrebbero essere adottate per “cambiare verso” anche su questo tema?

“In primo luogo è necessario introdurre il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro. Prima che un provvedimento del governo Monti ci mettesse una toppa, poteva accadere che l’immigrato regolarmente residente in Italia con la sua famiglia al momento della perdita del posto di lavoro perdesse il permesso soggiorno per sè e i suoi famigliari e diventasse illegale, dunque prossimo a venire espulso. Questo tempo successivo alla perdita del posto di lavoro il governo Monti lo ha portato a 12 mesi, e a nostro avviso va ancora ampliato. E poi va introdotto il permesso di soggiorno per ricerca del posto di lavoro, perché non è pensabile che vi sia un incontro tra domanda e offerta che avvenga nel paese di origine dell’immigrato, con un datore di lavoro italiano che non sa nulla del suo potenziale lavoratore. Questa è la situazione attuale e non può certo favorire ingressi regolari e una ricerca regolare di lavoro”.

Andrea Perolino