Rappresentanti di associazioni, movimenti e sindacati provenienti da 45 Paesi del mondo. È questa la platea che lo scorso week end ha partecipato, a Vienna, al Summit Internazionale per la Pace in Ucraina nel corso del quale è nata la Dichiarazione di Vienna per la Pace e un appuntamento di mobilitazione pacifista a livello mondiale, prevista nella settimana che va dal 30 settembre all’8 ottobre.
Nel documento la richiesta di un immediato cessate il fuoco, di negoziati basati sui principi della sicurezza comune, del rispetto internazionale dei diritti umani e dell’autodeterminazione di tutte le comunità.

Per la pace e contro la guerra in Ucraina: l’internazionale pacifista di Vienna

Assomiglia a una vera e propria internazionale pacifista quella che si è formata a Vienna nel Summit tenutosi nel week end. Due giorni di lavori intensi e confronti per arrivare a una posizione comune e non scontata, viste le diverse sensibilità presenti.
«Abbiamo riaffermato l’importanza del lavoro che dobbiamo fare con gli ucraini, con i russi e i bielorussi perché la pace va costruita insieme ed è un percorso lungo e difficile», sintetizza ai nostri microfoni Sergio Bassoli, coordinatore della Rete Italiana Pace e Disarmo.

Il pacifista racconta che l’assemblea è riuscita a superare gli ostacoli nati dall’esigenza di alcune anime del movimento pacifista di individuare le responsabilità. «Non vogliamo evitarla, ma riteniamo sia molto più maturo oggi cercare di aprire strade di dialogo in tutte le dichiarazioni – sottolinea Bassoli – Questo lo abbiamo raggiunto perché nella dichiarazione finale si attiene al rifiuto della guerra, all’assunto per cui la pace non la si può ottenere con la soluzione militare».
L’altro obiettivo raggiunto riguarda la settimana di mobilitazione mondiale per la pace, che si svolgerà dal 30 settembre all’8 ottobre.

ASCOLTA L’INTERVISTA A SERGIO BASSOLI: