Esce oggi “Non con i miei soldi! – Sussidiario per un’educazione critica alla finanza” (Altreconomia), il libro nato dall’esperienza di un blog, in collaborazione con Banca Etica, che spiega la finanza ai cittadini. Dall’asilo nido al master, un ideale percorso scolastico per dare in modo chiaro e divertente gli strumenti per conoscere la finanza ed evitare le sue storture.

C’è l’asilo nido, per imparare che cosa sono e a cosa servono i soldi, c’è la scuola materna, dove si apprende l’abc della finanza, ci sono elementari, medie, superiori, università e master, ma anche l’intervallo (con un glossario dei termini astrusi che sentiamo sui media), due gite e persino le ripetizioni.
È strutturato come un vero e proprio sussidiario scolastico, che attraversa tutti i cicli dell’istruzione, il libro “Non con i miei soldi! – Sussidiario per un’educazione critica alla finanza” (Altreconomia), che esce oggi nelle librerie.

A scriverlo sono coloro che, in questi anni, hanno animato il blog che porta lo stesso nome, nato in collaborazione con Banca Etica.
Troviamo Andrea Baranes, già portavoce di Sbilanciamoci! e presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Ugo Biggeri, presidente di Banca popolare Etica, Andrea Tracanzan, responsabile della comunicazione di Banca popolare Etica e Claudia Vago, social media manager ed esperta di pianificazione di campagne online.

“Sul blog inizialmente abbiamo messo una slot machine invitando le persone a giocare investendo i propri risparmi in paradisi fiscali o speculando sul cibo – racconta Baranes ai nostri microfoni – Era un modo semplice e divertente per far riflettere le persone sull’uso del loro denaro una volta messo in banca”.
I soldi, spiega l’autore, non dormono, ma possono essere utilizzati in modo positivo o in modo negativo. L’espressione “Non con i miei soldi”, dunque, testimonia la volontà dei cittadini di non essere, oltre che vittime, complici della crisi finanziaria.

Di qui, su proposta di Altreconomia, l’idea di tradurre in un libro, strutturato come un sussidiario scolastico, le informazioni e gli insegnamenti rivolti ai cittadini per conoscere e padroneggiare la finanza, ma soprattutto sottrarsi ai meccanismi, come la speculazione e l’evasione fiscale, che la alimentano.
Per fare un esempio, uno dei concetti espressi è che lo strumento del pil, che misura guerra, armi e incidenti stradali, misura – per usare un’espressione di Kennedy – tutto per cui non vale la pena di vivere, poiché non tiene conto di amicizia, felicità, eccetera.

Il punto alla base è che la finanza dovrebbe tornare ad essere un semplice strumento al servizio della società, mentre oggi, invece, il rapporto è invertito e la finanza orienta l’economia e determina le scelte politiche.
“A nove anni dallo scoppio della crisi finanziaria – osserva Baranes – non solo la politica non ha messo regole alla finanza che aveva promesso, ma a causa delle lobby finanziarie è tornata l’idea che, se vogliamo la crescita del pil, l’unica strada è più finanza e meno regole. È ripartito esattamente lo stesso ritornello di prima della crisi. Anche per questo dobbiamo formarci ed informarci per capire di cosa stiamo parlando, perché solo con una forte pressione dal basso possiamo cambiare la rotta e cambiare le politiche attuali”.