Nel pomeriggio di oggi va in scena, in 60 città italiane, la “Marcia delle donne e degli uomini scalzi” per sferzare l’Europa ad accogliere i profughi. Al primo punto delle richieste c’è l’apertura di un canale umanitario per i migranti. A Bologna l’appuntamento è alle 17 in piazza Nettuno. Miraglia (Arci): “Cittadini meglio dei loro governi”.
La Marcia per i Migranti
Una marcia a piedi nudi che simboleggia le condizioni dei migranti che fuggono da guerra e miseria e si scontrano con la “Fortezza Europa”. Andrà in scena oggi pomeriggio, in 60 città italiane, la “Marcia delle donne e degli uomini scalzi“, nata su iniziativa del regista Andrea Segre e di altre figure del mondo della cultura italiana.
A Venezia, durante il Festival del Cinema, ma gli appuntamenti percorrono lo Stivale. A Bologna l’appuntamento è alle 17.00 in piazza Nettuno, da dove si partirà in corteo per sostare davanti alla Prefettura.
Centinaia le firme e le associazioni che hanno aderito all’iniziativa, che ha lo scopo di sbloccare il vergognoso scaricabarile di cui si stanno rendendo protagonisti i Paesi europei negli ultimi mesi.
Anche dopo il discorso del Commissario dell’Ue Jean Claude Junker, infatti, che pochi giorni fa ha tentato di sferzare gli Stati membri a fare di più, non pare che ci sia una reale inversione di rotta da parte dei governi. Per questo saranno i cittadini a mandare un messaggio ai capi di Stato.
“I cittadini si stanno dimostrando migliori dei propri governi”, osserva ai nostri microfoni Filippo Miraglia, responsabile nazionale di Arci Immigrazione. L’associazione ha aderito alla marcia e ricorda qual’è la vera emergenza: “Non sono le quote di cui si discute in Europa – prosegue Miraglia – ma è dare la possibilità alle persone di arrivare in modo sicuro, affidandosi agli Stati e non ai trafficanti”.
Al primo punto delle richieste della marcia vi è proprio la creazione di un canale umanitario sicuro per lasciare i Paesi in guerra ed arrivare sul suolo europeo. Richiesta che le associazione antirazziste avevano già avanzato dopo la strage di Lampedusa, ma restando inascoltate.
Il ruolo della società civile, nelle ultime settimane, sembra essere determinante. Dopo la “March of hope”, con la quale centinaia di cittadini austriaci si sono autorganizzati per dare un passaggio ai profughi che tentavano di lasciare a piedi l’Ungheria, si moltiplicano in diverse città italiane le proposte spontanee per costruire reti di solidarietà necessarie a fronteggiare l’emergenza, tra cui anche la disponibilità ad un’ospitalità provvisoria nelle case private.
A Bologna un progetto analogo è stato avanzato da Don Giovanni Nicolini ed ha incontrato il favore di molte realtà cittadine. Dopo la verifica della fattibilità, il progetto dovrebbe essere formalizzato nelle prossime ore.