La parola inglese è sicuramente più accattivante, ma in fin dei conti “freelance” significa libero professionista. E in Italia, se sei un freelance del settore culturale e creativo non te la passi benissimo, ma qualcosa sta cambiando.
Si intitola “Futuro Freelance” la giornata che si svolgerà domani, 21 ottobre, a DumBo. Dalle 15.00 alle 22.00, la Fondazione per l’Innovazione Urbana, Acta ed Autori di Immagini, all’interno della European Freelancers Week, propongono un’iniziativa per riflettere colletivamente sul lavoro autonomo attraverso dibattiti, workshop e attività di sportello.

Futuro Freelance, la giornata di approfondimento sul lavoro autonomo

“Futuro Freelance” si inserisce nel programma di Bologna Attiva, il progetto che fa della commistione tra mondo creativo, università e imprese uno dei suoi assi portanti, favorendo dinamiche di scambio e contaminazione intellettuale attraverso una formulazione di interventi innovativi e sinergici.
Durante la giornata si alterneranno persone che operano nel mondo del lavoro creativo freelance, che offriranno spunti di riflessione e strumenti pratici per costruire reti e opportunità lavorative per il presente e il futuro.

Tra gli approfondimenti troveranno spazio la questione della tutela autoriale, quella fiscale, il rapporto col cliente e l’equilibrio tra freelance e committente, ma anche temi meno battuti, come quelli trattati dai workshop “Professione educatore digitale” o “Professione Scribing”.
Durante l’iniziativa, però, ci sarà spazio anche per momenti di «networking creativo», come l’aperisketch a cura di Creative mornings con Guido Bottazzo o il live painting di Francesco Cattani che chiuderà l’iniziativa.

Ma l’Italia è un Paese per freelance? «Lo è nella concretezza perché ci sono tanti freelance e negare l’evidenza sarebbe fare loro un torto – osserva ai nostri microfoni Chiara Faini della Fondazione Innovazione Urbana – Non è un Paese per freelance perché, per alcuni temi legati ai diritti e alle tutele c’è ancora molto da fare. La pandemia in atto ha fatto emergere con prepotenza delle lacune e delle tensioni che si trascinano da decenni. Una volta si parlava di lavoratori atipici, ma non è più così, il nuovo lavoro è quello ibrido».

Qualcosa, a livello politico, sembra muoversi. Dopo i problemi registrati in particolare dai lavoratori e dalle lavoratrici dello spettacolo durante i lockdown, Governo e Parlamento stanno ragionando su una riforma degli ammortizzatori sociali che includa anche i lavoratori autonomi e diventi quindi universale.
Nel frattempo, i freelance si ritrovano a DumBo per acquisire maggiori strumenti per fronteggiare un mercato del lavoro difficoltoso.
Tutti gli eventi di “Futuro Freelance” sono a ingresso gratuito e su prenotazione attraverso questo link.

ASCOLTA L’INTERVISTA A CHIARA FAINI: