È un percorso partecipato quello che ha portato la giunta del Comune di Bologna a proporre un nuovo regolamento per gli impianti di telefonia mobile in città. A prendervi parte sono stati gli enti locali, i gestori di telefonia, gli scienziati dell’Istituto Ramazzini, ma anche i cittadini organizzati nei comitati.
L’obiettivo, come ha spiegato l’assessore comunale Marco Lombardo, era quello di «gestire le conflittualità senza passare dai tribunali» e, gli ha fatto eco il collega di giunta Giuliano Barrigazzi, quello di trovare un equilibrio tra tutela della salute ed opportunità offerte dalle nuove tecnologie.

5G, la proposta per il nuovo regolamento comunale

Elaborata dalla giunta e dai tecnici comunali, la proposta per il nuovo regolamento per gli impianti di telefonia mobile in città ora dovrà affrontare la discussione nei Quartieri e quella in Consiglio comunale prima di entrare effettivamente in vigore. Il regolamento si compone di venti articoli e prevede l’attivazione di percorsi di concertazione guidati dall’Amministrazione comunale.
Una delle novità più importanti del documento è la suddivisione del territorio comunale in tre zone che fissano le regole per localizzare i nuovi impianti: rosse dove c’è il divieto di installazione, gialle e grigie dove gli impianti possono essere installati, con alcune limitazioni per quanto riguarda le zone gialle. Sono invece sempre ammessi gli interventi di riconfigurazione degli impianti esistenti (ad esempio per passare dalla tecnologia 4G a quella 5G) e le installazioni su una struttura esistente.

In particolare, le aree rosse «sono indicate anche dalle norme del nuovo Piano Urbanistico Generale (Pug) – scrive Palazzo D’Accursio – e prevedono una fascia di rispetto di 50 metri dai siti sensibili, come ospedali e scuole. In questo ambito la riduzione della fascia di rispetto può essere autorizzata solo quando ci siano necessità di straordinario interesse pubblico o si individuino soluzioni di rilevante minimizzazione dei campi elettromagnetici su edifici di altezza superiore a trenta
metri».

Nelle aree gialle si vieta l’installazione sulle coperture di cemento amianto e si chiede di evitare, per quanto possibile, di orientare le antenne verso i siti sensibili come ospedali, strutture sanitarie e scuole che si trovino nelle vicinanze dell’impianto. Così come si deve evitare di installare impianti su edifici di altezza ridotta rispetto agli edifici adiacenti e di installare l’impianto evitando di coinvolgere i piani sottostanti.
Nelle aree definite in grigio gli impianti possono essere realizzati su pali o su edifici, a seconda delle necessità, e vengono elencate le aree preferibili per gli impianti su palo, come le rotatorie stradali di idonee dimensioni o i parcheggi pubblici o le aree commerciali, produttive, alberghiere e direzionali.

Una gestione trasparente: un sito internet per conoscere esposizione e opportunità

Visto il tema delicato e oggetto di forti polemiche, il nuovo regolamento prevede anche la realizzazione di un sito internet dove sarà possibile trovare informazioni sulla normativa di riferimento sui campi elettromagnetici, sui percorsi di concertazione, sull’evoluzione della rete dei gestori, sull’utilità e opportunità delle nuove tecnologie. «Attraverso questo sito web – scrive sempre l’Amministrazione – il Comune di Bologna provvederà a informare tutti i portatori d’interesse sulle procedure di individuazione di nuovi siti in area pubblica e di autorizzazione di nuovi impianti.
Il regolamento individua anche le modalità di svolgimento del monitoraggio dei campi elettromagnetici che possono essere richieste da cittadini singoli o associati. Saranno anche promosse delle campagne di informazione, con la collaborazione di esperti riconosciuti del settore, per promuovere un uso consapevole delle nuove tecnologie.

Al regolamento si è giunti attraverso un percorso partecipativo, sottolinano sia Barrigazzi che Lombardo. In particolare, è stato predisposto dopo l’assegnazione delle frequenze per la tecnologia 5G gestite dal Ministero per lo Sviluppo Economico nel 2018 e l’istituzione di un tavolo di concertazione comunale e metropolitano per l’applicazione della tecnologia 5G a Bologna. Lo stesso Consiglio comunale, nell’ottobre 2019, aveva approvato un ordine del giorno per sollecitare la definizione di un regolamento.

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