Il Gala internazionale di danza orchestrato da Daniele Cipriani Les etoiles approdato a Bologna, regala grandi emozioni ad un pubblico eterogeneo formato da bambini/e, giovanissimi/e e appassionati/e di danza di ogni età oltre agli abitué del Comunale. La mescolanza di celebri coreografie del repertorio classico e di brani contemporanei firmati da coreografi oggi apprezzati come Bryan Arias, Marco Goecke e Douglas Lee, convince e mette in risalto le capacità interpretative di danzatori e danzatrici facendo altresì apparire inutile ogni steccato tra gli stili esaltandoli nella loro specificità e al contempo in dialogo con gli altri.
La formula del Gala consente ad esperti/e e profani/e di vedere a confronto ètoiles di fama mondiale sullo stesso palcoscenico anche se estrapola frammenti di coreografie più ampie togliendole alla storia a cui appartengono restituendone solo un momento e in qualche modo astrattizzandole, facendole diventare esibizioni di virtuosismo avulse da un contesto narrativo. Così si pongono su un piano di parità i brevi estratti da Giselle, come da Il Corsaro o da Il lago dei cigni e le composizioni coreografiche in sé chiuse come Il Cigno, su coreografia di Ricardo Cue sul famoso brano di Saint- Saens “Le Cygne” da Le Carnaval des Animaux, o The Ninth Wave su coreografia di Arias su musica di Rimskij- Korsakov.
Su di un palco vuoto, privo di scenografie che immettano in una narrazione, ogni esibizione si assolutizza e risplende come un unicum.
A questo punto sono i costumi e le luci a facilitare il compiersi della magia del teatro sostenuti dalle musiche per la danza che amplificano il gesto dando ritmo e creando l’atmosfera. Danzatori e danzatrici esaltano il tutto compiendo salti dalla mirabolante ampiezza con leggerezza e straordinaria forza così come uno straordinario numero di fouettés o con una incredibile sequenza di colpi ritmici di tacco nella tradizione della danza flamenca e così via.
Le due serate del 17 e 18 aprile al Comunale di Bologna dedicate alle stelle della danza hanno portato a Bologna Jacopo Tissi che ha appena lasciato il Bolshoi dove era principal dancer, in opposizione all’aggressione militare della Russia e si appresta a rientrare alla Scala. Tissi ha danzato prima il Pas de deux del II atto da Il Corsaro accanto a una impeccabile Maia Makhateliche principal dancer del Deutch Natiola Ballet poi, nella seconda parte si è proposto in un assolo “The Ninth Wave“, per le coreografie già ricordate di Arias su musica di Rimskij- Korsakov in prima esecuzione italiana. Ne Il Corsaro lui con gilet sul petto nudo e pantaloni in stile orientale su toni del rosso a fantasia e Maia con un magnifico tutù rosa con ricami luccicanti. Esaltante l’esecuzione della coreografia di Petipa sui ritmi rapidi in un crescendo musicale che mette in risalto il piglio deciso e la dimensione quasi acrobatica dell’assolo maschile come anche sembra invitare alla roteante leggerezza dei fouettés della danzatrice. L’assolo del secodo atto ispirato all’omonimo quadro del pittore Ivan Ajvazovskij, è stato creato apposta per Tissi al Bolshoi dopo il lockdown come atto di liberazione dalle costrizioni imposte dalla pandemia e mescola elementi classici ed hip-hop con risultato di grande effetto.
Spiccano tra gli altri anche Sergio Bernal che è stato fino al 2019 primo ballerino del Ballet National de España e quindi ha fondato la SB Dance Company insieme a Ricardo Cue di cui ha eseguito la coreografia La morte del cigno sul celebre brano di Saint- Saens “Le Cygne” sopra ricordato. La coreografia straordinaria è cominciata nel silenzio con il passaggio dall’immobilità al movimento delle sole braccia, simulanti ali al vento, in mezzo al fumo. Movimenti lenti, scultorei sulla elebre melodia davano l’impressione che il cigno volasse o scivolasse quieto sull’acqua ad ogni spaccata chiusa poi da un rovesciarsi del busto in avanti quasi a immergersi in uno specchio d’acqua. Elegante, placido il suo cigno è emozione pura grazie anche ad un gioco di luci strette sulla figura del danzatore a terra col buio tutt’attorno. Nella seconda parte Bernal scatena ripetutamente gli applausi del pubblico nell’ assolo di sua composizione Zapatedo de Sarnaste su musica di Pablo de Saraste in stile flamenco.
Non posso esimermi dal lodare poi la coppia composta da Fui Kaneko e Vadim Mutagirov che si è proposta in due Pad se deux da Il lago dei cigni: prima quello del III atto del Cigno Nero e quindi quello del II atto del Cigno Bianco. I danatori hanno indossato gli splendidi costumi di Roberto Capucci pensati per questo spettacolo su invito di Cipriani. I due tutù lasciano senza fiato per la bellezza e la sofficità. Il Cigno Nero, afferma lo stilista nel breve video in cui presenta le sue creazioni, rappresenta lo spirito malefico, la parte oscura degli esseri umani, quello Bianco la parte spirituale di ciascuno di noi. In questi abiti di scena, come in ogni sua creazione, Capucci ha cercato di esprimere purezza e forza. Quando appare Odile, ovvero il Cigno Nero,alla prima vista del costume è subito applauso, ricami di foglie dorate e fiori viola sul corpetto e sulla gonna di raso nella parte centrale e onde e pieghe del tessuto in più strati sovrapposti a creare qualcosa di vaporoso, raffinato e complesso. Il costume di Odette, il Cigno Bianco è in raso duchesse, il corpeto presenta una profonda scollatura a vu bordato di ricami a forma di petali d’argento e perline, la gonna finemente decorata sui bordi di ruches, presenta morbidi strati di tulle. Fui danza indossando quei magnifici costumi animandoli e la leggerezza in ogni suo passo o pirouette insieme alle sue notevoli capacità espressive esaltano i diversi caratteri dei due abiti. Nonostante una presa quasi sfuggita al danzatore l’esecuzione delle due celebri coreografe è un trionfo.
Sempre in tema “cigni”, la seconda coreografia presentata nel programma della serata del coreografo Marco Goecke su musica di Tcaikovsky è stata “Black Swan” interpretata dalla coppia Elisa Badenes e Matteo Miccini, entrambi principal dancer dello Stuttgart Ballet. Coreografia contemporanea eseguita in pantalone nero e corpetto lei, pantalone nero e petto nudo lui, è basata su movimenti rapidi e scattosi delle braccia come battiti d’ali stilizzati di cigni neri avvolti nella nebbia. Potente esecuzione in cui risalta la precisione ritmica e sincronica della coppia e l’energia.
Meno sbrillanti dei colleghi ma comunque di notevole talento Ana Sophia Scheller e Vsevold Maievskyi rispettivamente principal dancer del National Ballet of Ukraine e del Mariinsky Ballet che aprono la serata con il Pas de deux da La Bella addormentata e poi presentano il Pas de deux di Giselle nella seconda parte.
Travolgente il pre finale con il Pas de deux del III atto de Don Chisciotte, coreografie di Petipa e musica di Ludwig Minkus, danzato da Maia Makhateli questa volta accompagnata da Isaac Hernàndez dell’English National Ballet. Momenti di emozione nelle lunghe sospensioni della danzatrice su di un’unica punta con l’altra gamba protesa all’indietro e negli infiniti fouettés, come anche del meraviglioso assolo di Hernandez che oltre a mostrare l’elevazione e la precisione dei Grand Jeté ha mostrato il carattere del personaggio Don Chisciotte suscitando vera ammirazione.
Il finale è un defilè di danzatori e danzatrici nello stile dell’ultima coreografia presentata nel programma della serata in tono quasi circense per strappare gli ultimi meritati applausi lasciando senza fiato il pubblico.
Sicuramente un progetto di spettacolo ben organizzato e di grande effetto, una serata che non ha lasciato indifferente il pubblico e ha dato emozioni a qualunque palato.
L’appuntamento con la syagione di danza al Comunale è a settembre dopo la pausa estiva.