Esattamente 25 anni fa, il 15 febbraio 1999, le forze di sicurezza turche sequestrarono Abdullah Öcalan, il leader del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Da quel momento Öcalan è recluso in un carcere di massima sicurezza ad İmralı, un’isola del Mar di Marmara, e non si hanno notizie sul suo stato di salute.
In occasione dell’anniversario del rapimento, un podcast di Andrea Cegna ricostruisce quei momenti, racconta l’importanza della figura di Öcalan e sottolinea le responsabilità anche italiane per l’epilogo di quella che, in realtà, doveva essere una missione di pace del leader curdo.
Il podcast verrà trasmesso questo pomeriggio sulle nostre frequenze all’interno di Radical Pop.

In un podcast il sequesto Öcalan a 25 anni da quei fatti

Öcalan fu rapito dai servizi segreti turchi il 15 febbraio 1999, durante un suo trasferimento dalla sede della rappresentanza diplomatica greca in Kenya all’aeroporto di Embakasi di Nairobi.
Prima di arrivare nel Paese africano, il leader del Pkk era stato costretto a fuggire dalla Siria in seguito alle tensioni con la Turchia. In un primo momento Öcalan riparò a Mosca, poi arrivò in Italia il 12 novembre 1998, accompagnato da Ramon Mantovani, deputato di Rifondazione Comunista.

In Italia Öcalan si consegnò polizia nella speranza di ottenere l’asilo politico, ma la minaccia di boicottaggio verso le aziende italiane da parte della Turchia spinse il governo D’Alema a ripensarci. L’Italia, tuttavia, non poteva estradare Öcalan in Turchia, Paese in cui era ancora in vigore la pena di morte, né poteva concedergli asilo. Quest’ultima procedura spetta alla magistratura, la quale riconobbe lo status di rifugiato politico, ma troppo tardi.
Il 16 gennaio 1999, dopo 65 giorni di permanenza in Italia, Öcalan fu convinto a partire per Nairobi, in Kenya. Il “caso Öcalan” fu origine di critiche al governo D’Alema, accusato tra l’altro di aver trascurato gli articoli 10 e 26 della Costituzione italiana che regolano il diritto d’asilo e vietano l’estradizione passiva in relazione a reati politici.

La figura di Öcalan è centrale nella lotta del popolo curdo per il proprio riconoscimento. Oltre ad aver fondato il Pkk, il leader è anche il postulatore del confederalismo democratico, una forma di governo politico-sociale sulle basi del municipalismo libertario e dell’ecologia sociale. Öcalan stesso lo descriveva come «una amministrazione politica non statale o una democrazia senza stato».
Il confederalismo democratico è stato applicato in Rojava, nel Kurdistan siriano, dove la cosa pubblica è amministrata secondo la parità di genere, il rispetto di tutte le confessioni religiose e l’ecologia.

Il podcast “Il sequestro Öcalan”, realizzato da Andrea Cegna, ospita le voci e i ricordi di Ramon Mantovani, Giovanni Russo Spena, Carmine Melanconico, Eleonora De Majo, Gian Luigi Deiana e Domenico Mucignat.
Oltre alla messa in onda sulle nostre frequenze, il podcast è disponibile su Spotify.