Esattamente 10 anni fa Davide vinse contro Golia. Davide era un piccolo comitato di cittadini, associazioni, sindacati e forze politiche chiamato “Articolo 33”, come la disposizione costituzionale che dice che la scuola privata può esistere, ma senza oneri per lo Stato. Il gigante Golia invece era il sistema di potere politico, economico e religioso della città e non solo, composto da Pd, tutta la destra, la Curia e le associazioni imprenditoriali. Il terreno di scontro il referendum comunale contro i finanziamenti alle scuole private del 26 maggio 2013.

Scuola, 10 anni fa il referendum comunale contro i finanziamenti alle private

La campagna referendaria fu durissima. I sostenitori dei finanziamenti alle scuole private, soprattutto cattoliche, in nome della cosiddetta sussidiarietà paventarono che centinaia di bambini sarebbero rimasti senza scuola e l’attuale sindaco Matteo Lepore, allora assessore, definì “marziani” i testimonial del comitato.Non mancarono gli sgambetti, ad esempio sul numero di seggi dove votare, ma nemmeno i momenti gioiosi, come la “Referendance“, una serata al Tpo con il concerto di un supergruppo insolito formato da Nabat, Lo Stato Sociale e Wu Ming Contingent.
E alla fine i sostenitori della scuola pubblica vinsero la consultazione con il 59%, prima che l’amministrazione guidata da Virginio Merola decidesse di sconfessarne l’esito.

A 10 anni da quella vittoria, questo pomeriggio gli esponenti dell’ormai ex Comitato Articolo 33 saranno in piazza Maggiore alle 17.00 per un presidio.
«Noi non demordiamo – afferma ai nostri microfoni Stella Lipparini, esponente di quello che fu il comitato – Siamo convinti che quel risultato, che era a favore delle scuole pubbliche e chiedeva di direzionare su queste i fondi dati alle private, sia ancora attuale e che i bolognesi si esprimerebbero così anche oggi».
Dal 26 maggio 2013, però, non solo il volere popolare non fu rispettato, dal momento che il sindaco si appellò alla natura consultiva del referendum per continuare a finanziare le scuole private, ma i contributi sono addirittura aumentati.

«Nel novembre 2022, su proposta della Giunta, il Consiglio comunale ha approvato i contributi, che oggi si definiscono “sistema integrato”, portando i fondi a 1,1 milioni di euro», sottolinea Lipparini.
Per i referendari, però, il responso delle urne rimane valido ed è per questo che saranno in piazza oggi pomeriggio a ricordarlo all’Amministrazione.
Sul Crescentone, in particolare, verrà tracciata una grande “A” di carta per ricordare che sulla scheda elettorale del referendum l’opzione “A” era quella a favore della scuola pubblica e contraria ai finanziamenti a quelle private.

ASCOLTA L’INTERVISTA A STELLA LIPPARINI: