Il giorno dopo la conferma del finanziamento alle materne private e l’affossamento dell’esito referendario da parte dell’asse Pd-Pdl, Wu Ming attacca Merola e le “basse intese”. E ai nostri microfoni dice: “Ci aspetta una stagione movimentata, il referendum è stato l’apripista per focolai di proteste autorganizzate”.

Ieri il Consiglio comunale di Bologna ha messo la parola fine sull’esito del referendum contro i finanziamenti alle materne private. Col il voto di Pd e centrodestra, è stata archiviata la volontà dei cittadini bolognesi, manifestata lo scorso 26 maggio.
Oggi a prendere la parola è il collettivo di scrittori Wu Ming che, in un articolo pubblicato su Internazionale (e consultabile qui) attacca le “basse intese” del Partito Democratico e del sindaco Virginio Merola e lamenta una cessione di sovranità che sta erodendo anche Bologna.

Ai nostri microfoni Wu Ming 4 precisa ulteriormente il pensiero: “È vero che era un referendum consultivo ed è vero che molti cittadini sono rimasti a casa, ma da qui ad ignorare completamente la volontà espressa ce ne passa”.
Secondo lo scrittore il Pd avrebbe potuto tenere conto anche in parte del risultato, ad esempio sostenendo la proposta di dimezzamento avanzata da Sel, M5S e Gruppo Misto o mediando anche su quella. In altre parole: provare a fare politica. Così non è stato.

“Ieri abbiamo avuto la dimostrazione pratica che ci troviamo di fronte ad un potere che sempre più deve alienarsi dalla volontà popolare – osserva Wu Ming 4 – Il Pd conta di essere ancora il meno peggio, cosa che in quest’epoca delle ‘basse intese’ è sempre meno vera”.
Il messaggio che, secondo lo scrittore, è stato dato ai bolognesi è: “Siete andati a votare per niente”.
Di qui una riflessione anche sullo svuotamento di parole come “ascolto”, “primarie” e “partecipazione”. “Quando la cittadinanza esprime un parere che non è in accordo con quello che il potere predilige – sottolinea Wu Ming – si tira dritto per la propria strada. La partecipazione è una chiacchiera”.

E allora come possono fare i cittadini a manifestare la loro volontà, se nemmeno uno strumento come il referendum viene preso in considerazione?
Per lo scrittore il referendum bolognese ha svolto la funzione di apripista di focolai di proteste autorganizzate che si moltiplicheranno sempre più.
“I soldi nelle tasche dei cittadini stanno finendo – osserva – È anche auspicabile che ci sia una reazione. Ci aspetta una stagione molto movimentata”.