Si dicono esasperati da musica techno tutta la notte, gente collassata per strada e irruzioni nei garage privati. Sono un gruppo di cittadini di via Larga che evoca lo sgombero (già annunciato) dell’Officina Tsunami. “Hanno già dimostrato di non voler rispettare i cittadini”.

Sale la tensione in via Larga, dove si trova l’Officina Tsunami, spazio occupato quasi un anno fa e ora sotto la minaccia di sgombero. Per difendere la struttura, un centro sociale con vocazione artistica, gli attivisti si sono attrezzati per resistere con un presidio permanente. Sono stati disposti camper e caravan lungo il tratto di via Larga antistante la struttura e un sound system è attivo tutto il giorno.

La nuova iniziativa, in aggiunta ai problemi di convivenza pregressi, fa andare su tutte le furie un gruppo di cittadini della zona del quartiere San Vitale, che invocano lo sgombero del centro sociale.
“Non è vero che i problemi coi cittadini sono stati risolti – afferma Chiara, una residente di via Larga – Un giorno sì e uno no continuiamo a chiamare la polizia, che è venuta poche volte”.
Il gruppo di residenti denuncia, oltre a musica techno ad alto volume per tutta la notte, anche cani lasciati senza guinzaglio e irruzioni nei giardini e nei garage privati.

Gli occupanti nei giorni scorsi hanno rivendicato il recupero di una edificio e di una zona in mano al degrado e allo spaccio. Versione non condivisa da alcuni residenti, che lamentano come questi problemi, in realtà, siano aumentati. “Abbiamo fotografie che testimoniano come durante le feste ci sia gente che collassa, sviene e dorme sui marciapiedi, o faccia la pipì accanto ai bidoni della spazzatura”.

I residenti tengono però a precisare che la loro non è una guerra contro uno spazio sociale in sè, ma a come è stato gestito.
“In questi mesi hanno dimostrato di non avere rispetto per i residenti, non hanno fatto concertini che si concludevano ad un orario decente, ma la musica cominciava a mezzanotte e proseguiva fino alle 11 del giorno successivo. Hanno preteso di imporci la loro musica e i loro modi”, osserva esasperata la cittadina residente.
Per questo, l’unica alternativa immaginabile per il gruppo di abitanti di via Larga è che lo Tsunami se ne vada.